sabato 14 novembre 2015

Testimonianze dai Convegni ecclesiali - Carolina Cappello (Verona 2006)

Per continuare a mantenere desta l'attenzione della nostra comunità sul Convegno Ecclesiale nazionale, nelle prossime settimane pubblicheremo ulteriori notizie ed approfondimenti sui temi che sono stati argomento dell'evento.
Da oggi diamo spazio alla testimonianza di chi, negli anni passati, ha partecipato, quale delegato della nostra Diocesi, ai Convegni di Loreto (1985), Palermo (1995), Verona (2006).
Cominciamo dal ricordo di Carolina Cappello, che fu delegata diocesana al Convegno di Verona.

“ Sono passati dieci anni da quando, una sera, sentendo squillare il mio cellulare e rispondendo, pensavo fosse un amico che preso da forte senso di umorismo si spacciava per il Vicario Generale, Mons. Gino Ruperto. Dopo un attimo di esitazione e sentendo che una voce convinta mi invitava a partecipare al Convegno di Verona che da lì ad un anno ci sarebbe stato, mi resi conto che non era uno scherzo, ma qualcosa di inaspettato che mi era caduta dal cielo.
Io, a Verona, al Convegno ecclesiale nazionale, con altri 3 rappresentanti laici della Diocesi, col Vescovo, col Papa; dissi un sì non molto convinto e corsi in Parrocchia a chiedere consiglio. Realizzai che, giovane e inesperta delle “cose di Chiesa”, sebbene animata da tanto entusiasmo, non ero la più adatta a testimoniare il mio far parte della Chiesa alla Nazione, tuttavia non mi sottrassi e iniziai a prepararmi con la mente e col cuore a questo evento che avrebbe segnato una fondamentale tappa della mia vita di fede.
Gli incontri a Bari e in Diocesi, la lettura di tutti i documenti preparatori al Convegno ed infine il viaggio, nell'ottobre 2006, per la prima volta in aereo, senza la mia famiglia, verso una città a me sconosciuta, con dei compagni di viaggio meravigliosi.
Ricordo con tanta emozione l’accoglienza riservataci in quei giorni dalla gente: quanti applausi, quanti saluti, mentre i pullman ci accompagnavano nei luoghi di destinazione degli incontri.
A me fu destinata l’area della testimonianza; noi convegnisti, nei lavori di gruppo, avevamo il compito di individuare le problematiche che la Chiesa aveva nel trovare testimoni credibili della buona vita annunciata dal Vangelo, tenuto conto dell’impatto negativo che avevano i mass media nella vita quotidiana, e le conseguenti risoluzioni a tali problematiche.
Durante i lavori, le domande emergevano molto spinosamente più delle risposte: cosa fare contro le immagini distorte di vita che la televisione, i giornali e il modo di vivere d’oggi offrono? La consapevolezza che la chiesa stava attraversando un forte periodo di crisi era sempre più incalzante e la risposta più propositiva che si trovava era una sola: riscoprire il valore della preghiera quale unico tramite per ricondurre tutti all'Unico.
La risposta più vera in realtà, che poi è quella che più mi ha emozionata, è quella data a tutti i convenuti da Sua Santità, Benedetto XVI, allora Vicario di Dio sulla terra, il quale, nella giornata conclusiva dei lavori, candidamente e semplicemente, annunciava che “Dio ama unicamente ed esclusivamente ognuno di noi”.
Quante volte avevo sentito dire questo, ma quel giorno tutto ciò si è impresso definitivamente nel mio cuore dandomi tutte le risposte ai quesiti che in quei giorni erano venuti fuori. Ancora oggi, quella affermazione grida nel mio io più intimo la consapevolezza di non essere sola, ma di avere accanto il vero Amore che di continuo ti sussurra il suo “ti amo”, scopre il velo del dolore che offusca la vita e ti rende capace di raccontare la gioia di essere creatura cullata tra le braccia del Creatore. “

Carolina Cappello


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