Occorre
mettere Gesù al centro della vita del discepolo. Come il costruttore
di case, come il re prima di intraprendere la guerra, occorre
calcolare bene le possibilità di portare a termine quello che si
inizia. Scegliere o no Cristo è un impegno che riguarda tutta la
vita, terrena e ultraterrena.
La
folla numerosa che seguiva il giovane profeta Gesù di Nazareth,
figlio di Giuseppe, fu scossa: andare con Lui non coincideva con
l’essere suoi discepoli (Vangelo).
Il messaggio di Gesù ebbe fin da subito una forza dirompente. Paolo
si rivolge a Filemone, esortandolo ad accogliere di nuovo il suo
schiavo fuggitivo Onesimo come un fratello carissimo a motivo della
sua dignità di uomo e, ora divenuto cristiano, come fratello nel
Signore (II
Lettura).
Questo episodio è l’eco della Chiesa antica che sfidava la
distinzione delle classi sociali e razziali manifestando tale
uguaglianza nella liturgia. Le celebrazioni erano fatte assieme, e
quando si creavano discriminazioni gli apostoli intervenivano per
ristabilire la comunione. Il salmo 89 dice: «Insegnaci a contare i
nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore».
Cristo
sapienza del Padre (I
Lettura)
ci aiuta a raddrizzare le nostre vie: ci racconta della grandiosità
di un costruttore entusiasta e squattrinato, ci mette in guardia dal
cieco orgoglio di un re coraggioso e incosciente. Siamo chiamati a
rinunciare ai nostri eccessi per fare posto all’eccesso di cui ci
parla il Crocifisso.
Fr Gianfranco Tinello, ofmcap – La Domenica
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