Oggi
si parla poco del Paradiso e dell’Inferno. È uno sbaglio. Gesù
invece ci ricorda con vigore che la nostra esistenza si concluderà o
con un premio o con una condanna. La parabola del ricco e del povero
Lazzaro ci illustra l’importanza di questa verità.
Il
giudizio
di Dio non è come quello del mondo. Egli stravolge la nostra
mentalità e ribalta le sentenze terrene. Il ricco non può comprarsi
il Paradiso se non si converte, mentre il povero Lazzaro è difeso da
Dio stesso. Egli è il Padre dei più deboli, degli abbandonati, di
quanti la società emargina.
Questo
significa che la ricchezza non è un segno della benedizione di Dio
se non viene usata nell’ottica del suo Regno. Anzi, può diventare
causa di rovina del futuro eterno.
Gesù con questa parabola (Vangelo) vuole mettere in evidenza anche la cecità del ricco di fronte ai bisogni di Lazzaro: semplicemente, lo ignora, non lo vede, non si accorge neppure che sta sulla sua porta. Quel povero muore nell’indifferenza e il ricco nella sua cecità. È questo il rischio della ricchezza: diventare indifferenti nei confronti di chi soffre ed è nel bisogno.
Gesù con questa parabola (Vangelo) vuole mettere in evidenza anche la cecità del ricco di fronte ai bisogni di Lazzaro: semplicemente, lo ignora, non lo vede, non si accorge neppure che sta sulla sua porta. Quel povero muore nell’indifferenza e il ricco nella sua cecità. È questo il rischio della ricchezza: diventare indifferenti nei confronti di chi soffre ed è nel bisogno.
È
questo il senso dell’invito dell’apostolo Paolo a Timoteo,
nella seconda
Lettura,
a fuggire dalle cose del mondo e rivolgere lo sguardo all’eternità.
Anche il profeta Amos nella prima
Lettura condanna
l’opulenza e l’indifferenza verso i poveri e i
bisognosi.
Nicola Gori – LA DOMENICA
Nicola Gori – LA DOMENICA
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