ESIGENZE
DELLA SEQUELA.
Anche il Vangelo richiama
le esigenze che comporta il vivere la sequela di Gesù. Nella prima
parte del brano, di fronte al rifiuto di un villaggio di Samaritani,
si fa strada l’eterna tentazione dei
discepoli: imporre la verità con la forza e,
talvolta, anche con arroganza.
Atteggiamenti tipici di chi interpreta il servizio del discepolo come
impegno “contro” qualcuno, e non come un mettersi pazientemente
“accanto” a qualcuno. Ma a questa modalità errata, Gesù oppone
il suo secco rimprovero.
E poi, invita a rimettersi «in cammino verso un altro villaggio»,
perché c’è sempre un altro paese da
attraversare, altre persone da
incontrare, un altro cuore a cui annunziare la bontà e l’amore del
Padre.
Essere discepoli di Gesù, dunque, è saper stare sempre “in
cammino”. Chi vuol vivere tranquillamente all’interno dei suoi
schemi e nelle sue comode sicurezze è lontano mille miglia dalla
logica del discepolato.
Il
Vangelo poi ci presenta altri modi di intendere l’essere discepoli.
«Ti seguirò dovunque tu vada». Ma Gesù, invece di apprezzare
lo slancio e
l’entusiasmo di
questo tale, sottolinea la fatica che comporta il
seguirlo seriamente.
Altre due persone vogliono seguire Gesù, ma chiedono di poter prima
seppellire il padre, o di salutare i familiari. Il Signore ha per
essi un’espressione forte: «Nessuno che mette mano all’aratro e
poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Espressione
che non intende certo penalizzare gli affetti,
ma invita a spendersi per
cose nuove e inedite: «Tu va’ e annunzia il regno di Dio».
Troppo
duro? Troppo difficile? Impossibile per noi? Non con la grazia di
Dio che ci sostiene e ci guida, per divenire veri discepoli di Gesù.
da Famiglia Cristiana
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