La richiesta dei discepoli nasce dal vedere Gesù in
preghiera: nel deserto, nella notte, al mattino presto egli preserva
tenacemente il tempo essenziale per nutrire la relazione con Dio che lo ha
mandato e che gli dà la forza per vivere al servizio suo e degli uomini. Luca è
l'evangelista che insiste maggiormente sulla preghiera di Gesù, collegandola ai
momenti salienti della sua vita, dalla preghiera durante il battesimo (cfr. Lc
3,21-22) fino a quella con cui sulla croce Gesù invoca dal Padre il perdono per
i suoi carnefici (cfr. Lc 23,34) e poi consegna il proprio respiro nelle sue
mani (cfr. Lc 23,46). Gesù dunque insegna ciò che lui stesso vive in prima
persona. La sua è una preghiera personalissima, in cui si rivolge a Dio
chiamandolo «Papà», con la sfumatura di particolare confidenza insita nel
termine Abbà (cfr. Mc 14,36); è la porta d'accesso al mistero della sua
persona, tutta sotto il segno della filialità nei confronti del Padre amato.
Ecco perché egli risponde ai discepoli
ammaestrandoli con il «Padre nostro», «compendio di tutto il Vangelo» (Tertulliano).
II Pater - che oggi ascoltiamo nella versione di Luca - più che una formula
costituisce un compendio delle indicazioni di Gesù sparse nei quattro vangeli:
e una traccia, un canone che ricapitola l'essenziale della preghiera cristiana.
All'invocazione: «Padre», seguono cinque domande, poste in un ordine precise.
Innanzitutto si prega per Dio, chiedendogli che il suo Nome sia santificato,
che tutti possano cioè riconoscerlo quale Dio tre volte Santo. Domandando: «Venga
il tuo Regno», si invoca che la signoria di Dio si manifesti sulla terra
attraverso la pace, la giustizia, la riconciliazione; nel contempo, si chiede
la venuta escatologica del Regno, inaugurato da Gesù (cfr. Lc 11,20; 17,21), ma
non ancora realizzato compiutamente. Solo in un secondo momento il cristiano
prega per i propri bisogni: il pane quotidiano, frutto della benedizione di Dio
sul lavoro dell'uomo; il perdono dei peccati, condizionato dal perdono
accordato ai fratelli (cfr. Mt 6,14-15); l'aiuto di Dio per non soccombere
nell'ora della tentazione.
Attraverso la parabola dell'amico che disturba un
altro amico nel cuore della notte per chiedergli del pane, Gesù sottolinea poi
che la preghiera deve essere contraddistinta da perseveranza e insistenza fiduciosa,
quelle mostrate da Abramo (cfr. Gen 18,20-32) e Mose (cfr. Es 32,11-14.30-32).
Egli commenta: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà
aperto»; e altrove afferma: «Tutto ciò che domandate nella preghiera, abbiate
fede di averlo già ottenuto e vi sarà accordato» (Mc 11,24). Infatti «il Padre
sa di quali cose abbiamo bisogno ancor prima che gliele chiediamo» (cfr. Mt
6,8), e nessuno di noi può pensare che egli dia pietre al posto del pane: noi
siamo cattivi ma Dio è buono, e la nostra preghiera filiale si misura sulla
fede salda in lui!
Infine
Gesù conclude: «Se voi, che siete cattivi,
sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro
celeste darà
lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono!». Se nel passo parallelo
di
Matteo si legge che Dio darà «cose buone» (Mt 7,11), qui si parla dello
Spirito Santo come del dono che il Padre non fa mai mancare a chi
aderisce a lui: lo
Spirito è davvero la cosa buona per eccellenza, e il dono dei doni. Le
prime
parole che possiamo balbettare nella preghiera sono quelle con cui
invochiamo
la discesa dello Spirito, certi che in questa domanda sono incluse
tutte le
altre. «Noi non sappiamo cosa domandare per pregare come si deve, ma lo
Spirito
viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede per noi con gemiti
inesprimibili» (Rm 8,26): solo lo Spirito può farci ascoltare Dio e
suggerirci
parole che ci pongano in dialogo con lui, perché ci consente di assumere
il suo
volere.
Lo Spirito versa nei nostri cuori la capacità di
riconoscerci figli di Dio e fratelli di Gesù; di riconoscere tutti e tutto come
voluti, creati e amati da Dio. E così la preghiera ci trasforma, portandoci a
vivere la relazione con il Padre, attraverso il Figlio Gesù Cristo, nella
potenza dello Spirito santo.
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