La
giustizia è certamente importante, ma insufficiente a regolare i
nostri rapporti con Dio. Abramo ne fa tristemente la prova nella
ricerca della salvezza delle città peccatrici, Sodoma e Gomorra; la
sua sicurezza si dissolve progressivamente di fronte all’evidenza
dei numeri. Fare i conti con Dio è fallimentare (I
Lettura).
È necessario, allora, percorrere un’altra via, insegnataci da Gesù
stesso, quella della misericordia di Dio, adombrata nella parabola
dell’amico importunato.
Dio
è molto più di un amico, anzi, molto più persino di un padre
terreno, perché il Padre del cielo giunge fino a dare lo Spirito
Santo (il Dono in assoluto) a chi glielo chiede (Vangelo).
La completa disponibilità di Dio è garantita da quella «potenza di
Dio che ha risuscitato Cristo dai morti» e che agisce in noi, perché
«con lui Dio ha dato vita anche a noi, morti per i nostri peccati».
La giustizia si sposa al perdono (II
Lettura).
Occorre ricreare nelle singole comunità cristiane una differente
area vitale: luoghi di culto da trasformare in luoghi del perdono,
dell’annuncio evangelico, della carità, dell’accoglienza,
dell’aiuto al fedele esitante e all’uomo in ricerca.
Tarcisio
Stramare, osj
– La
Domenica
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