L’Epifania
è una festa piena di luce. I magi sono venuti dall’Oriente a
Gerusalemme seguendo una stella. Essi sono per noi modello della
ricerca del Signore.
Si
sono scomodati, e non poco, per cercare Gesù. Hanno capito che la
stella che avevano osservato era un segno della nascita del re dei
giudei. In effetti, nella Bibbia c’è una profezia – quella di
Balaam – che parla della stella di Giacobbe che sorge e illumina.
Così essi, che certamente erano a conoscenza di tale profezia, hanno
capito che la stella indicava la nascita del re dei giudei.
Ma
la cosa più impressionante - che dobbiamo ammirare di più – è
il fatto che i magi si sono messi subito in cammino, e dall’Oriente
sono venuti fino a Gerusalemme.
Ci
domandiamo: al loro posto, noi avremmo avuto la forza di lasciare la
nostra casa, le nostre abitudini, le nostre occupazioni, per cercare
il Signore? Nella nostra vita quotidiana cerchiamo veramente il
Signore? Abbiamo il coraggio di distaccarci dalle cose che ci
interessano, per cercare veramente il Signore, che è il centro, lo
scopo della nostra vita, il compimento di tutti i nostri desideri più
profondi?
Per
i magi questa ricerca del Signore non è facile. Essi sanno di dover
andare nella Giudea, perché si tratta del re dei giudei; perciò si
mettono in viaggio verso questa regione e verso al capitale,
Gerusalemme; ma non hanno indicazioni più precise.
A
Gerusalemme si recano dalle autorità, pensando di ricevere da loro
delle informazioni. La loro domanda e la loro affermazione: “Dov’è
il re dei giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e
siamo venuti per adorarlo”, suscitano turbamento in tutta
Gerusalemme.
Il
re, riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo,
s’informa da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli
scribi sono esperti delle Scritture; quindi conoscono la predizione
del profeta Michea, e possono rispondere al re: “A Betlemme di
Giudea, perchè così è scritto per mezzo del profeta: «E tu
Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo
di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo
Israele»”.
Il
Messia doveva rassomigliare a Davide, che era di Betlemme; doveva
nascere in questa città, per manifestare la sua origine regale.
Erode
trasmette questa informazione ai magi, e fa loro una richiesta, che
sembra ispirata a un desiderio di venerazione verso il nuovo re dei
Giudei, ma che in realtà è ispirata al desiderio di sopprimere
questo bambino: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e,
quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga
ad adorarlo”.
I
magi partono da Gerusalemme, e la stella che avevano visto nel suo
sorgere li guida ancora verso il luogo dove si trova il bambino. Il
Vangelo ci dice che: “al vedere la stella, essi provarono una
grandissima gioia”.
Questo
è significativo nella ricerca del Signore. Quando una persona cerca
veramente il Signore, talvolta può trovarsi nel buio, non sapere
esattamente che cosa fare, in quale direzione andare. Ma se,
nonostante tutte le difficoltà, egli continua la sua ricerca, ad un
certo punto vedrà che le cose si illuminano, che la stella appare di
nuovo, si fa luce, e allora nel suo cuore proverà una grandissima
gioia.
“Entrati
nella casa, i magi videro il bambino con Maria sua madre, e
prostatisi, lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra”. La ricerca del Signore
suppone non soltanto una perseveranza nel cammino, ma anche, affinchè
l’incontro si realizzi pienamente, la generosità del cuore.
Quando andiamo dal Signore, dobbiamo offrirgli le cose migliori che
abbiamo, il nostro cuore, la nostra stessa vita. Se rimaniamo nelle
nostre disposizioni più o meno egoistiche, non lo incontriamo mai
veramente. Se invece mettiamo a sua disposizione le nostre migliori
risorse, il nostro incontro con lui sarà sicuramente perfetto e
profondo, lo sperimenteremo come causa vera della nostra letizia.
Don Piero De Santis
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