In
questa domenica siamo chiamati a riflettere sull'importanza della
Parola di Dio che non è lettera morta ma ha un senso per noi qui ed
oggi in quanto è Dio stesso che ci parla e ci indica la via da
seguire.
Le
letture odierne ci aiutano a scoprire e a riconoscere i diversi
carismi presenti nella comunità e invitano ciascuno di noia a
metterli a frutto per il bene dei fratelli.
All'inizio
dell'Anno Santo della Misericordia siamo invitati a formare, malgrado
le nostre diversità, un solo popolo e un solo corpo: quello di
CRISTO.
In
questa domenica ci viene in aiuto un abate cistercense inglese di
primaria importanza vissuto tra il 1110 e il 1167 : AELREDO DI
RIEVAULX.
Scrisse
numerosi testi di spiritualità fra i quali ricordiamo:"Lo
specchio della carità", "L'amicizia spirituale","Gesù
a dodici anni" e le Omelie.
Oggi
proponiamo alla nostra riflessione l'omelia 26 sul profeta Isaia.
Veramente,
fratelli miei, quando il turbamento interiore o le angustie ci
abbattono, troviamo nelle Sante Scritture la consolazione di cui
abbiamo bisogno. «Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è
stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della
perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture,
teniamo viva la speranza» (Rm 15,4). Ve l'assicuro: non può
sopraggiungere alcuna contrarietà, alcuna tristezza, alcuna amarezza
che, dal momento in cui si apre a noi il testo sacro, non svanisca
presto o non sia resa sopportabile. Si tratta del campo ove Isacco si
reca al tramonto per meditare; e Rebecca, venuta a incontrarlo calma
con la sua dolcezza il dolore che lo aveva afferrato (Gen 24,84).
Quante
volte, o Gesù, il giorno declina e viene la notte! Quante volte
tutto mi è amaro e tutto quel che vedo mi diventa un peso ! Se
qualcuno parla, lo ascolto con pena, II mio cuore si è indurito come
una pietra. Che fare in momenti simili? Esco per meditare in
campagna, apro il libro sacro, leggo e imprimo in questa cera i miei
pensieri. Ed ecco che Rebecca - cioè la tua grazia, Signore - viene
subito verso di me, con la sua luce dissipa le mie tenebre, scaccia
il dolore, spezza la mia durezza. Come sono da compiangere coloro
che, afflitti dalla tristezza, non entrano in questo campo onde
trovarvi la gioia!
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