Il mistero
dell’Incarnazione, ancora contemplato nella seconda domenica di
Natale, è colto come in abitazione della presenza divina in mezzo a
noi: il farsi carne del Verbo e il suo porre la dimora “in mezzo a
noi” è profetizzato dalla sapienza divina che prende dimora in
Giacobbe, nel popolo benedetto che la tradizione biblica definisce
“figlio di Dio” (cf Sir 24, 1-4.8-12). Questo evento, che è il
culmine del relazionarsi di Dio agli uomini, del suo comunicare loro
la sua vita, del suo parlare loro e del suo rivelarsi, è
“benedizione”.
Questa
benedizione si manifesta nella figliolanza divina a cui l’uomo
accede accogliendo il Verbo di Dio e credendo nel suo Nome; a
costoro, che già hanno avuto accesso alla fede e dunque alla
figliolanza divina, si riferisce la Lettera agli Efesini parlando di
quanti Dio ha predestinato “a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo” (Ef 1, 3-6.15-18) . La predestinazione di
cui qui si parla non va intesa in senso speculativo, quasi si
trattasse di determinismo fatalistico, con discriminazione di salvati
e condannati, ma molto concretamente si limita a riflettere la
situazione di coloro che sono diventati credenti e già confessano il
loro essere figli di Dio in Gesù Cristo, i quali di fronte a Dio,
che è “Colui che parla” , che manifesta il suo volto in Gesù,
Parola definitiva d Dio, si pongono nell’atteggiamento di chi
ascolta. L’origine spirituale del cristiano è in questo atto
basilare e sempre da rinnovare che è proprio l’ascolto della
Parola di Dio, cioè della volontà, dal suo cuore. Proprio come,
all’inizio della vita umana, la percezione del battito di cuore
materno è per il feto il momento sconvolgente in cui esso viene
strappato al silenzio primordiale per essere consegnato al silenzio
alternato con rumori e suoni.
L’ascolto
e l’accoglienza del Verbo, della Parola, consente all’uomo di
rinascere, di nascere da Dio (cf. Gv 1,13). Come dice la Prima
lettera di Pietro: “Voi siete rigenerati (…) per mezzo della
Parola di Dio viva ed eterna (1 Pt 1,23). Se ogni uomo è chiamato a
completare la propria nascita nascendo da se stesso nelle varie fasi
della vita, il credente è chiamato anche a una rinascita da Dio che
avviene proprio mediante l’accoglienza del Verbo che diviene intimo
principio di rigenerazione. Il dono di Dio e l’accoglienza
dell’uomo costituiscono la sinergia grazie a cui l’uomo accetta
di nascere alla propria identità di figlio di Dio, di
somigliantissimo al Cristo.
Don Piero De Santis
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