Il
Vangelo di questa terza domenica di Pasqua ci riporta ad un altro
incontro con Gesù Risorto. Questa volta le circostanze sono diverse
perché i discepoli non sono chiusi in una casa ma sono tornati alla
loro terra e hanno ripreso la loro attività.
Il
racconto di Giovanni
è ricco di un vivace simbolismo sacramentale ed ecclesiale. Pietro
può trarre a terra la rete piena di pesci soltanto dopo essersi
gettato nelle acque del lago ed essere da esse risalito. L'allusione
è al battesimo, che ci immerge nelle acque (secondo il rito antico)
per poi farci risalire, per significare la nostra partecipazione
sacramentale alla morte di Gesù e alla sua risurrezione.
Ora, grazie alla Pasqua, possiamo camminare in una vita nuova.
Subito
dopo, Gesù invita i discepoli a mangiare, prende il pane e lo da
loro, come pure il pesce. Ecco l'allusione all'Eucaristia. Inoltre la
rete che Pietro trascina non si squarcia, benché fosse piena di
centocinquantatré grossi pesci. L'integrità della rete sembra
simboleggiare
l'unità della Chiesa.
E
se Pietro sa quanti pesci ci sono nella rete, vuoi dire che li ha
contati a uno a uno, segno di un amore personale che conosce il volto
e il nome di ciascuno. L'unità
della comunità cristiana non è indistinta o indifferenziata:
conosce e ama ognuno nella sua personale differenza, con i suoi
limiti e i suoi doni. È molto raffinato
il gioco narrativo dell'autore di questa pagina. Ci invita a
riconoscere il Risorto, e a gridare a nostra volta «È il Signore!»,
incontrandolo e facendo viva esperienza di lui nell'unità della
comunione ecclesiale, attraverso i sacramenti della nostra relazione
con il Cristo vivente per sempre, quali il Battesimo e l'Eucaristia.
Nessun commento:
Posta un commento