«A
quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno
li udiva parlare nella propria lingua»
Pentecoste
è la Pasqua che giunge a maturazione nella comprensione e nella vita
dei discepoli. Si innesta su una festa precedente che celebrava il
raccolto del grano e il ringraziamento per i frutti della terra.
Anche la prima Chiesa celebra, nel racconto degli Atti, i doni dello
Spirito Santo che, effusi sugli apostoli come fuoco, incendia i loro
cuori e li spinge nella piazza a gridare la gioia. Una santa ebbrezza
prende gli apostoli che sono derisi dai benpensanti e apostrofati
come ubriachi di mosto. Il terremoto della Pentecoste porta vento che
scompiglia i pensieri e gioia che fa incontrare i credenti con gli
uomini di ogni nazionalità, lingua o cultura che sono raggiunti
dall'annuncio delle grandi opere di Dio nel loro idioma. Ciò che si
era già realizzato nella Pasqua oggi viene portato a compimento con
una apertura universale che gli apostoli, da soli,
non
avrebbero saputo progettare. Saltano le porte, i cardini, gli schemi
e le separazioni, il mondo confuso di Babele vede ricomposta l'unità
nel giorno di Pentecoste che ha la freschezza di una gioia e una luce
mattinale che lava volti e sguardi, persone e strutture.
Nel
Vangelo di Giovanni viene riportata la parola di Gesù detta nel
Cenacolo la sera di Pasqua: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati!». Sugli apostoli e i loro
successori viene alitato Io Spirito Santo, come in una nuova
creazione, per portare vita laddove il peccato ha arrecato
separazione e morte. «Lava ciò che è sordido, scalda ciò che è
gelido, drizza ciò che è sviato», siamo invitati a invocare nella
sequenza. Lo Spirito viene e reca il perdono, libera dalle cose
vecchie e dai pesi che rallentano il cammino, abbatte i muri delle
divisioni e degli odi, ricrea ciò che era stato deturpato. Non solo
nel sacramento della Riconciliazione, dove specificamente è
contenuta la grazia del perdono e della conversione, ma in tutti i
sacramenti c'è un momento di effusione delle Spirito Santo che
interviene con una grazia rigeneratrice sulle piaghe dell'anima.
Il
futuro di coloro che sono riconciliati è la santità, che in
ciascuno fiorisce con una specificità unica e irripetibile che rende
la comunità dei credenti ricca di doni sempre nuovi. Da questa
Pentecoste la Chiesa uscirà rinnovata e ringiovanita in tutte le sue
componenti? Saprà cantare canti nuovi capaci di destare meraviglia e
stupore in quanti la avvicinano? Sarà capace di convenirsi ai tempi
dello Spirito sempre più veloci delle sue scansioni e paure? A te
che celebri l'Eucaristia è affidato questo compito di essere docile
all'azione dello Spirito Santo che abbatte i muri e con lo stesso
materiale di risulta costruisce ponti di comunione. A questo sei
chiamato nella tua famiglia, nella tua parrocchia, nel luogo del
lavoro e della convivenza civile. Da fuoco nel camino che
romanticamente riscalda pochi intimi, la Pentecoste deve diventare
fuoco che si appicca ai cuori e incendia il mondo in una rivoluzione
di misericordia che diventa comunione.
Tratto da CREDERE - Rivista ufficiale del Giubileo
Tratto da CREDERE - Rivista ufficiale del Giubileo
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