San Giovanni della Scala |
La
solennità della Santissima Trinità è una solennità mobile
dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica.
Nel
rito romano cade la domenica successiva alla Pentecoste e fa, quindi,
parte del tempo ordinario chiamato in latino “per annum”.
Il suo colore liturgico è il bianco che altresì esprime la letizia
della Chiesa nel celebrare la semplicità e la pienezza dell'essenza
divina.
Sebbene
il dogma trinitario fosse stato già codificato nella Chiesa sin
dall'epoca del Simbolo apostolico, fece sì che fino all'VIII secolo
la Chiesa non celebrò nessuna ricorrenza in suo onore.
La
prima testimonianza in merito ci viene dal monaco Alcuino di York,
che decise la redazione di una Messa votiva in onore del mistero
della Santissima Trinità. Tale Messa era però un fatto privato, un
ausilio alla devozione personale.
Nel
920, Stefano Vescovo di Liegi aveva istituito nella sua diocesi una
festa dedicata alla SS. Trinità e aveva fatto comporre un ufficio
liturgico. La festa proseguì nella sua diffusione sia in
Inghilterra, per opera di San Tommaso di Canterbury, sia in Francia,
grazie all'ordine cistercense.
Visto
il riconoscimento di tale festività in tanta parte della Chiesa,
Papa Giovanni XXII, nella prima metà del trecento, in un decreto
sancì che la Chiesa cattolica accettava la festa della Santissima
Trinità e la estendeva a tutte le Chiese locali, collocandola nella
prima Domenica dopo Pentecoste.
Le
tre divine persone ci permettono di vivere nella fede, nella speranza
e nell'amore.
Per
tale solennità proponiamo delle scintille di spiritualità, tratte
da un'opera dottrinale di Giovanni Climaco :” La scala del
Paradiso”.
San
Giovanni Climaco, noto anche come Giovanni della Scala, nacque nel
575 in Siria e morì nel Monte Sinai nel 650 circa.
All'età
di sedici anni si trasferì nel Monastero del Sinai diventando
novizio ma, desiderando praticare a sé stesso le più grandi
mortificazioni corporali, si trasferì in una caverna ai piedi del
monte, dove iniziò a vivere come eremita.
Rimase
in quel luogo per vent'anni studiando la dottrina cristiana, la vita
dei santi e ponendo le basi per diventare uno dei più conosciuti
dottori della Chiesa.
Scrisse
un granm numero di libri dottrinali composti in lingua greca tra i
quali spicca “La scala del Paradiso”.
In
questa sua opera l'autore descrive il metodo con cui riuscire ad
innalzare la propria anima a Dio utilizzando la metafora della scala.
Vi sono trenta gradini da superare, che corrispondono all'età di
Gesù dalla sua nascita al Battesimo nel Giordano e all'inizio del
suo ministero.
Questo
libro, che già nell'antichità ebbe un grande successo, fu tradotto
in latino, siriaco, armeno, arabo e svlavo.
E'
uno dei testi più letti dai Cristiani ortodossi, soprattutto durante
il periodo della Quaresima.
Chi
parla della carità, già parla di Dio stesso. Ma chi fa un discorso
su Dio lo fa in termini malsicuri e rischiosi che richiedono somma
cautela. Il parlare di Dio è appena possibile agli angeli che lo
vedono secondo la capacità che loro elargisce la divina
illuminazione. Dio, infatti, è amore, ma chi volesse definirne con
precisione l'essere assomiglierebbe a un cieco che stando nell'abisso
del mare voglia misurarne le arene [...].
Beato
colui che ha un tale amore di Dio che assomiglia a quello che ha
l'innamorato fino alla pazzia per la propria amata, felice chi ha il
timore del Signore come mostra di averne il condannato per il proprio
giudice. Beato colui che lotta senza mai stancarsi per rendersi
propizio il Signore come altri fanno per captare la benevolenza degli
uomini. Chi veramente ama Dio supera in effusioni il bimbo che
amorosamente si attacca alla mammella che la madre gli offre.
L'innamorato non lascia passare un momento senza ricordare il volto
di chi ama contemplandone nel suo cuore compiaciuto le forme [...].
Amerei
ora sapere da Giacobbe come la vide lui in quella terra la scala
stabile su cui salire, in qual modo erano strutturati quegli scalini
che l'accesero del desiderio di scalarla. Dimmelo tu stesso, perché
ogni tuo ammiratore si domanda come me quale sia il numero dei
gradini che anela ascendere, quanto tempo occorra per percorrerla
tutta. A me ne svelò il mistero quella regina apparsami in cielo,
confidandomelo all'orecchio: «O anima innamorata, devi prima
sgrossare lo spessore del corpo, altrimenti non potrai rendere acuto
il tuo sguardo per ammirare la mia bellezza. Questa scala ti possa
indicare la struttura del progresso spirituale. Perché tu mi veda in
cima ad essa, il mio grande mistagogo te ne da la spiegazione: "Ora
rimangono queste tre virtù, fede, speranza e carità, ma più grande
di tutte è la carità''»
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