domenica 13 dicembre 2015

TERZA DOMENICA DI AVVENTO



Tutta la liturgia di questa III domenica di Avvento è intessuta di testi, di invocazioni, di preghiere, invitanti alla gioia.

L’intonazione la dà l’antifona di ingresso della S. Messa: “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino” (Fil 4,4-5), che verrà ripresa dalla seconda lettura. L’orazione riprende il tema, quando chiede al Signore di concedere al suo popolo di giungere “a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza”, nella imminente festa del Natale.

Questa ondata fragorosa di gioia non viene interrotta neppure dai severi moniti del Battista alla gente che lungo le sponde del Giordano andava a chiedergli: “Che cosa dobbiamo fare” (Lc 3,10). Pur annunciando che il Messia sarebbe venuto con “il ventilabro in mano per pulire la sua aia” e per bruciare la pula “Con fuoco inestinguibile” (v. 17), anche lui di fatto “annunciava la buona novella” (v.18), come dice il testo, in quanto proclamava che Dio salva tutti, in qualunque situazione si trovino, purchè si convertano nella sincerità del loro cuore e la concretizzino con le opere dell’amore.

Anche a noi viene richiesto di prepararci all’incontro con il Signore Gesù, attraverso i gesti concreti che esprimono la vita nuova, la quale è caratterizzata da un autentico spirito di povertà e di condivisone con i poveri. La conversione, infatti, esige che ci sintonizziamo con il mistero dell’incarnazione, svelatovi a Betlemme, e che Paolo apostolo presenta come impoverimento volontario del Figlio di Dio perché noi potessimo diventare ricchi di Lui. E’ questo che ci dà la quella gioia intima e profonda, di cui la liturgia odierna è un’esaltazione commossa, ma anche una testimonianza convincente.

       Don Piero De Santis

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