La parola di Dio ci ha condotti durante l’Avvento a scoprire chi è “colui che doveva venire”: è Gesù Cristo, il Figlio di Dio; è il Salvatore, colui che nell’Incarnazione è diventato il “Dio con noi”. Il mistero del Natale, dunque, è già stato spiegato alla nostra mente. Oggi, nel giorno luminoso della solennità, non dobbiamo indugiare nelle spiegazioni, ma solo abbandonarci a una contemplazione gioiosa e riconoscente del mistero del Dio fatto uomo.
A
ciò ci esorta la liturgia con le letture bibliche che saranno
proclamate. Esse sono più corte e più semplici del solito, quasi
per dire che il mistero è troppo grande per poterlo racchiudere in
parole. La parola sembra quasi spegnersi di fronte all’evento: Oggi
è nato per noi il Signore. Isaia grida: Dite alla figlia di
Sion: ecco, il tuo salvatore è qui!; noi diciamo: dite alla
Chiesa e a tutto il mondo: Ecco, il tuo Salvatore è qui! Colui che
aspettavi è venuto; non c’è da attendere un altro; egli porta con
sé il dono che è la vita nuova, la luce, la pace, lui stesso.
Che
cosa ha portato di nuovo il Signore venendo nel mondo?, si sentivano
domandare i primi cristiani e rispondevano: “Ha portato tutta la
novità portando se stesso” (S. Ireneo). Lui stesso è la grande
novità del mondo.
Dunque
con Gesù inizia un’era nuova per il mondo; anche il tempo si
rinnova e comincia ad essere contato da questa data; non più dalla
fondazione di Roma, ma dalla nascita di Cristo. Il capostipite di
questa umanità nuova è Gesù stesso, il nuovo Adamo, il primogenito
tra molti fratelli. Grazie alla sua parola e al suo Spirito che ci
hanno purificato, anche noi possiamo essere ormai uomini nuovi ,
rigenerati per una speranza viva, come bambini appena nati che hanno
intatte davanti a sé tutte le possibilità per fare della nostra
vita qualcosa di grande e di bello.
Il
nostro primo incontro col Natale nella liturgia deve dunque aprirsi
alla gioia: “Non c’è spazio per la tristezza – scrive S. Leone
Magno – nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la
paura della morte e porta alla gioia a delle promesse eterne. Nessuno
è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a
tutti. Esulti il santo, perché si avvicina il premio, gioisca il
peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprende coraggio il
pagano, perché è chiamato alla vita”.
Buon
Natale
Don
Piero De Santis
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