Ciò
che Maria sperimenta su di sé, presto viene donato all'umanità.
L'episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2,1-12) ne è un esempio
mirabile. In quell'acqua usata per la purificazione rituale,
trasformata da Gesù in vino, c'è il simbolo della trasformazione
che in noi viene operata dalla misericordia di Dio. E chi mette in
moto tutto è lei, la Madre della misericordia.
Commentando
il testo, Carlo Maria Martini fa notare che la misericordia della
Madre si traduce nella capacità
di avere uno sguardo d'insieme che abbraccia il tutto e le sue parti,
che vede ogni cosa senza trascurare i particolari: «Nel racconto
tutti hanno qualcosa da fare: chi nella cucina, chi al servizio, chi
agli strumenti musicali. Soltanto Maria vede l'insieme, ha il colpo
d'occhio e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa
dì essenziale sta mancando». Maria ha il colpo d'occhio che oltre a
vedere l'insieme sa cogliere gli effetti che la situazione può
provocare sui singoli presenti: sugli sposi, gettandoli in
discredito; sugli ospiti, trasformando un giorno di festa in un
momento di grande imbarazzo; sul maestro di tavola, svergognandolo
pubblicamente per non essere stato in grado di preparare
adeguatamente il tutto. Di fronte a ciò, Maria avrebbe potuto far
presente la cosa privatamente agli sposi, mormorare contro chi aveva
organizzato il tutto, allontanarsi prima che l'imbarazzo prendesse
piede. Invece no. Maria agisce e si assume una responsabilità che in
fondo non è sua. Supplisce, interviene, fa propria la situazione di
mancanza e di disagio vissuta dagli sposi tanto da meritare quasi un
rimprovero di Gesù.
In
questo sta la misericordia: avere uno sguardo capace di vedere e di
ascoltare, di provare compassione e di mettere in movimento una
proposta di bene. Con il suo modo di reagire, Maria non fa solo
fronte alla situazione concreta, ma fa scattare l'ora di Dio nella
storia: lei diventa la vera "maestra di tavola" che
imbandisce il banchetto a cui tutti siamo invitati, banchetto nel quale Dio abbraccia l'umanità
sua sposa, assicurando il vino della grazia e il pane della vita.
Tratto da "CREDERE",
rivista ufficiale del Giubileo
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