Giovanni
Paolo II, nella lettera enciclica Dives in misericordia, dedica un
intero capitolo alla figura di Maria, sostando sul mistero della
croce e sulla sua presenza ai piedi del Golgota. L'ora che era stata
evocata nelle nozze di Cana giunge al suo compimento, al suo momento
chiave.
«Maria
è colei che conosce più a fondo il mistero della misericordia
divina. Ne sa il prezzo, e sa quanto esso sia grande, In questo senso
la chiamano anche Madre della misericordia, Madonna della
misericordia o Madre della divina misericordia. I suddetti titoli
che attribuiamo alla Madre di Dìo parlano soprattutto di lei come
della Madre del Crocifisso e del Risorto... come di colei che,
attraverso la partecipazione nascosta e al tempo stesso incomparabile
alla missione messianica del suo Figlio, è stata chiamata in modo
speciale ad avvicinare agli uomini quell'amore che egli era venuto a
rivelare».
La
presenza di Maria al Calvario conferisce un tocco di austera
tenerezza alla scena, suggerendo indirettamente che se Gesù è lì,
su quella croce, obbedendo al disegno del Padre e riversando sul
mondo la sua misericordia «fino alla fine», ciò è possibile anche
grazie a quella madre che lo ha plasmato, lo ha forgiato, lo ha
preparato a tutto ciò. Maria è lì, in piedi, nell'atto di offrire
il pane di vita che ha preparato nel tempo, amando insieme a Cristo
il mondo «fino alla fine». Non chiede per il figlio un posto di
rilievo, perché lei lo ha preparato per essere pane che si spezza e
si dona. È lì a sostenere il compimento della lunga pedagogia
divina e umana che lei ha fatto propria.
«Donna,
ecco tuo figlio»: Gesù non può morire senza aver espresso questa
consegna. Da un lato potremmo intendere la frase come se Gesù
ricordasse a Maria che quello che lui è in quel preciso momento non
è altro che il frutto della dedizione di una madre nei confronti del
figlio (in tal caso, il figlio sarebbe lui stesso); dall'altro la
frase potrebbe esprimere l'invito rivolto a Maria ad accogliere nel
proprio cuore il discepolo amato, che rappresenta tutti noi... come
se anche noi, per giungere alla pienezza di umanità espressa sulla
croce, avessimo bisogno dì questa stessa madre (in tal caso, il
figlio sarebbe il discepolo amato).
Il
testo ci dice qual è stata la risposta del discepolo amato: «Da
quel momento egli l'accolse con sé». L'originale greco usa
un'espressione pregnante: «In quell'ora». Il momento della consegna
è l'ora nel senso pieno giovanneo, l'ora della croce, della morte,
della salvezza, della gloria. In quell'ora il discepolo prende Maria
con sé. Maria accoglie e si lascia accogliere nel momento umanamente
peggiore. E, invitata, prende dimora, accetta l'invito, ci prende tra
le mani, disponibile a formare tutti noi, uno dopo l'altro.
Tratto da "CREDERE",
rivista ufficiale del Giubileo
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