domenica 29 maggio 2016

VERBO DI DIO: Liturgia della Parola della Domenica del SS. Corpo e Sangue di Cristo

PRIMA LETTURA (Gen 14,18-20)

Offrì pane e vino.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

Parola di Dio



SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26)

Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Parola di Dio

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.



VANGELO (Lc 9,11-17)

Tutti mangiarono a sazietà.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Parola del Signore

GRADINI DI SANTITA'


«CORPUS DOMINI», con questa espressione latina che significa “Il Corpo del Signore”, si indica la festa eucaristica celebrata attualmente dopo la domenica successiva a quella della SS.ma Trinità. L’origine di questa festa, nata in Occidente, è legata alla devozione all’ostia santa, anche in risposta agli errori del teologo francese del sec. XI, Berengario di Tours, che negava la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, affermando solo la presenza spirituale. La festa fu estesa a tutta la Chiesa da Urbano IV (1264). Dopo la riforma del concilio Vaticano II, la festa viene denominata “Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo”
Quale grande mistero avvolge il Corpo e Sangue di Cristo che ci sono donati nell’Eucaristia? È più forte del semplice ricordo di Cristo... È mistero della presenza del Signore. Esso affonda le sue radici nell’ultima cena ed è dono che la Chiesa primitiva raccolse e ha fatto giungere fino a noi (II Lettura). I Padri della Chiesa vedono in Melchìsedek la prefigurazione del Cristo (I Lettura), il salmo profetizza, nel re di Salem, il sacerdozio di Cristo stesso. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è l’anticipazione del cibo che dona la vita eterna (Vangelo). In questo gioco tra memoria e profezia, la Parola di Dio oggi ci offre un ingresso privilegiato. Il Preziosissimo Sangue, ci invita a fare memoria che tra noi e Dio è stata fatta una nuova alleanza fondata nel suo sangue. Il suo Corpo che è per noi, ci sprona a muoverci affinché i poveri siano soccorsi. Come i bambini accettano di buon grado il cibo quando si sentono avvolti dall’amore dei genitori, così noi, in Cristo presente nell’Eucaristia, accogliamo il «pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli ».


Gianfranco Tinello, ofmcap

A Gallipoli il 1° ed il 2 Giugno: IX Cammino regionale delle Confraternite


PROGRAMMA
Mercoledì 1 Giugno 2016

ore 17.00 – Arrivo al Porto. Registrazione c/o ex-Palazzo Vescovile (accanto alla Basilica Concattedrale S. Agata)

ore 17,30 – Preghiera comunitaria c/o la Concattedrale

ore 18,00 – Saluti e presentazioni

ore 18,30 – Tavola Rotonda con gli interventi di S.E.R. Mons. MAURO PARMEGGIANI, Assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite d’Italia e del Dr. FRANCESCO ANTONETTI, Presidente Nazionale

ore 19,30 – Brevi interventi

ore 20,00 – Termine dei lavori.

Giovedì 2 Giugno 2016

ore 9.00 – Arrivo delle Confraternite e registrazione.

ore 9.30 – Area antistante il cimitero cittadino: Raduno delle Confraternite in abito di rito

ore 9,45 – Inizio del Cammino, in pellegrinaggio verso il Porto

ore 10,30 – Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Mauro Parmeggiani.

ore 12,30 – Conclusione del Cammino.

domenica 22 maggio 2016

VERBO DI DIO: Liturgia della Parola della Domenica della SS. Trinità

PRIMA LETTURA (Pr 8,22-31)
Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.

Dal libro dei Proverbi

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Parola di Dio


SECONDA LETTURA (Rm 5,1-5)
Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Parola di Dio


VANGELO (Gv 16,12-15)
Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore

Domenica della SS Trinità: Commento di Don Piero De Santis

La chiesa celebra il mistero della Santissima Trinità, proponendo alla nostra contemplazione una pagina tratta dai «discorsi di addio» di Gesù nel quarto vangelo (Giovanni 16,12-15). In essa ascoltiamo la rivelazione della comunione di vita e di amore che intercorre tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: una comu nione che non si esaurisce all'interno di Dio, ma che si apre a noi uomini, chiamati ad accogliere tale amore per viverlo a nostra volta.
Per comprendere meglio il senso di questi versetti, occorre leggerli nel contesto dell'intero vangelo secondo Giovanni. Fin dal prologo si dice che, nel suo desiderio di comunicare con gli uomini, Dio si è rivelato definitivamente nel Figlio Gesù Cristo, Parola fatta carne nella potenza dello Spirito, il Soffio divino (cfr. Gv 1,14). Nella storia umana, sulla terra, questa volontà di Dio si è manifestata pubblicamente al momento del battesimo di Gesù, secondo la testimonianza di Giovanni il Battezzatore: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e dimorare su di lui» (Gv 1,32). Davvero lo Spirito è la potenza di Dio che ha dimorato in pienezza in Gesù, è l'amore del Padre per lui: quell'amore che lo rendeva capace di passare in mezzo agli uomini facendo il bene e, in tal modo, di narrare il volto del Dio invisibile.
Gesù, uomo come noi, lungo tutta la sua esistenza ha vissuto, nella fede, un rapporto di particolare intimità con il Padre; ha fatto un'esperienza così intensa della comunione con Dio che l'evangelista è giunto a scrivere di lui: «Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa» (Gv 3,34-35). Grazie a questa relazione consapevole con Dio, Gesù stesso ha potuto affermare che, dopo la sua vita, non è più in un luogo particolare o in una città santa che Dio va adorato; no, «i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità» (Gv 4,23), cioè nella forza dello Spirito santo e attraverso Gesù Cristo, lui che è la Verità fatta persona! E così Gesù ha aperto una volta per tutte il cammino che noi cristiani siamo chiamati a percorrere per rendere culto a Dio: si tratta semplicemente di vivere come lui, il Figlio amato del Padre, ha vissuto...
Nei suoi discorsi di addio, poi, Gesù ha promesso più volte ai discepoli che, quando egli non sarebbe più stato fisicamente con loro, lo Spirito santo lo avrebbe reso presente: «Il Consolatore, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). E nel brano odierno aggiunge un elemento decisivo. I discepoli non sono in grado di portare il peso delle parole che Gesù avrebbe ancora da dire, il mistero totale della sua persona, ma resta un «non detto»; ed è proprio per venire in aiuto alla loro e nostra debolezza che egli promette: «Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito». Lo Spirito farà questo senza discostarsi dal messaggio di Gesù Cristo, ma ascoltando e comunicando l'intera sua vicenda: dalla sua preesistenza presso il Padre alla sua venuta nella gloria, passando per la sua vita terrena, morte e resurrezione. Del resto, è stato proprio lui, il Crocifisso-Risorto a effondere lo Spirito sui suoi discepoli (cfr. Gv 19,30; 20,22); e poi, come scrive san Basi lio, «lo Spirito santo è il compagno inseparabile del Figlio».

Infine Gesù afferma: «Lo Spirito mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annuncerà». Ecco in una mirabile sintesi la comunione di vita tra Padre, Figlio e Spirito santo! Nello stesso tempo queste parole sono un chiaro invito, rivolto a noi credenti, ad accogliere tale mistero nella nostra vita, ossia ad accogliere quello che Padre, Figlio e Spirito santo vivono tra loro: l'a more. Come dunque possiamo rendere gloria a Dio? Invocando dal Padre il dono dello Spirito, certi di essere esauditi in questa preghiera (cfr. Lc 11,13), affinché ci ispiri a vivere l'amore, perché «Dio è amore» (l Gv 4,8.16). E questo amore che noi siamo chiamati ad accogliere ed esercitare per vivere la vita cristiana; ovvero, per fare della nostra vita un'opera d'arte, un capolavoro umano

GRADINI DI SANTITA'

San Giovanni della Scala
La solennità della Santissima Trinità è una solennità mobile dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica.
Nel rito romano cade la domenica successiva alla Pentecoste e fa, quindi, parte del tempo ordinario chiamato in latino “per annum”. Il suo colore liturgico è il bianco che altresì esprime la letizia della Chiesa nel celebrare la semplicità e la pienezza dell'essenza divina.
Sebbene il dogma trinitario fosse stato già codificato nella Chiesa sin dall'epoca del Simbolo apostolico, fece sì che fino all'VIII secolo la Chiesa non celebrò nessuna ricorrenza in suo onore.
La prima testimonianza in merito ci viene dal monaco Alcuino di York, che decise la redazione di una Messa votiva in onore del mistero della Santissima Trinità. Tale Messa era però un fatto privato, un ausilio alla devozione personale.
Nel 920, Stefano Vescovo di Liegi aveva istituito nella sua diocesi una festa dedicata alla SS. Trinità e aveva fatto comporre un ufficio liturgico. La festa proseguì nella sua diffusione sia in Inghilterra, per opera di San Tommaso di Canterbury, sia in Francia, grazie all'ordine cistercense.
Visto il riconoscimento di tale festività in tanta parte della Chiesa, Papa Giovanni XXII, nella prima metà del trecento, in un decreto sancì che la Chiesa cattolica accettava la festa della Santissima Trinità e la estendeva a tutte le Chiese locali, collocandola nella prima Domenica dopo Pentecoste.
Le tre divine persone ci permettono di vivere nella fede, nella speranza e nell'amore.

Per tale solennità proponiamo delle scintille di spiritualità, tratte da un'opera dottrinale di Giovanni Climaco :” La scala del Paradiso”.
San Giovanni Climaco, noto anche come Giovanni della Scala, nacque nel 575 in Siria e morì nel Monte Sinai nel 650 circa.
All'età di sedici anni si trasferì nel Monastero del Sinai diventando novizio ma, desiderando praticare a sé stesso le più grandi mortificazioni corporali, si trasferì in una caverna ai piedi del monte, dove iniziò a vivere come eremita.
Rimase in quel luogo per vent'anni studiando la dottrina cristiana, la vita dei santi e ponendo le basi per diventare uno dei più conosciuti dottori della Chiesa.
Scrisse un granm numero di libri dottrinali composti in lingua greca tra i quali spicca “La scala del Paradiso”.
In questa sua opera l'autore descrive il metodo con cui riuscire ad innalzare la propria anima a Dio utilizzando la metafora della scala. Vi sono trenta gradini da superare, che corrispondono all'età di Gesù dalla sua nascita al Battesimo nel Giordano e all'inizio del suo ministero.
Questo libro, che già nell'antichità ebbe un grande successo, fu tradotto in latino, siriaco, armeno, arabo e svlavo.
E' uno dei testi più letti dai Cristiani ortodossi, soprattutto durante il periodo della Quaresima.

Chi parla della carità, già parla di Dio stesso. Ma chi fa un discorso su Dio lo fa in termini malsicuri e rischiosi che richiedono somma cautela. Il parlare di Dio è appena possibile agli angeli che lo vedono secondo la capacità che loro elargisce la divina illuminazione. Dio, infatti, è amore, ma chi volesse definirne con precisione l'essere assomiglierebbe a un cieco che stando nell'abisso del mare voglia misurarne le arene [...].
Beato colui che ha un tale amore di Dio che assomiglia a quello che ha l'innamorato fino alla pazzia per la propria amata, felice chi ha il timore del Signore come mostra di averne il condannato per il proprio giudice. Beato colui che lotta senza mai stancarsi per rendersi propizio il Signore come altri fanno per captare la benevolenza degli uomini. Chi veramente ama Dio supera in effusioni il bimbo che amorosamente si attacca alla mammella che la madre gli offre. L'innamorato non lascia passare un momento senza ricordare il volto di chi ama contemplandone nel suo cuore compiaciuto le forme [...].
Amerei ora sapere da Giacobbe come la vide lui in quella terra la scala stabile su cui salire, in qual modo erano strutturati quegli scalini che l'accesero del desiderio di scalarla. Dimmelo tu stesso, perché ogni tuo ammiratore si domanda come me quale sia il numero dei gradini che anela ascendere, quanto tempo occorra per percorrerla tutta. A me ne svelò il mistero quella regina apparsami in cielo, confidandomelo all'orecchio: «O anima innamorata, devi prima sgrossare lo spessore del corpo, altrimenti non potrai rendere acuto il tuo sguardo per ammirare la mia bellezza. Questa scala ti possa indicare la struttura del progresso spirituale. Perché tu mi veda in cima ad essa, il mio grande mistagogo te ne da la spiegazione: "Ora rimangono queste tre virtù, fede, speranza e carità, ma più grande di tutte è la carità''»

SOLENNITA' DEL CORPUS DOMINI: Programma del 26 maggio


Anche quest'anno la nostra Comunità Cittadina è chiamata a vivere insieme al Vescovo Fernando, la Solennità liturgica del SS. Corpo e Sangue del Signore Gesù secondo il seguente

PROGRAMMA
Giovedì 26 maggio 2016

ore 19.00 PARROCCHIA DI SAN LAZZARO: Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Fernando Filograna, nostro vescovo terminata la quale partirà la PROCESSIONE EUCARISTICA che si concluderà nella Basilica Cattedrale di Sant'Agata.

PELLEGRINAGGIO MARIANO DELL'AZIONE CATTOLICA

Parrocchia della Basilica Concattedrale S. Agata V. e M.

Azione Cattolica Adulti








Pellegrinaggio Mariano

L'Azione Cattolica Adulti di Sant'Agata
a conclusione del mese dedicato alla Madonna
propone per tutta la comunità parrocchiale
un pellegrinaggio mariano
che si terrà
Sabato 28 maggio p.v.
presso il Santuario di Santa Maria di Picciano (Matera),
_______________________________________________

Programma:
ore 7.00: partenza dall'area portuale (nei pressi del Bar del Porto)
ore 10.30: arrivo presso il Santuario di S. Maria di Picciano
ore 11.00: celebrazione della S. Messa e supplica alla Madonna
ore 12.15: visita al Santuario e al Monastero dei Monaci benedettivi olivetani
ore 13.30: pranzo presso l'Agriturismo "Masseria del Parco"
ore 15.30: visita al borgo antico di Matera, città dei Sassi, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO
ore 17.30: Rientro a Gallipoli (l'arrivo è previsto per le 20.30)

Il pellegrinaggio sarà guidato da don Oronzino.
La quota di partecipazione è di euro 40,00 (quaranta/oo). Si prega di dare l'adesione entro martedì 24 maggio alla Signora Cristina Murra (cell. 331.4053638) o al Signor Antonio Maggio (cell. 380.3454648)

Il consiglio di Azione Cattolica Adulti


SETTIMANA IN PARROCCHIA

Appuntamenti dal 23 al 29 maggio


Lunedì
23 Maggio

Ore 9.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica per l'adorazione personale.
Ore 12.00: celebrazione dell'Ora Sesta.
Ore 18.30: Rosario eucaristico.
Ore 19.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica e l'adorazione comunitaria con la partecipazione della confraternita del Rosario, del SS. Crocifisso, di S. Maria degli Angeli e di S. Giuseppe, degli Oblati benedettini e dell'Azione Cattolica.
Martedì
24 Maggio

Ore 9.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica per l'adorazione personale.
Ore 12.00: celebrazione dell'Ora Sesta.
Ore 18.30: Rosario eucaristico.
Ore 19.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica e l'adorazione comunitaria con la partecipazione della Confraternita del Carmine, di S. Maria della Purità e dell'Immacolata, dell'Apostolato della Preghiera e della Fraternità Carmelitana.
Mercoledì
25 Maggio

Ore 9.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica per l'adorazione personale.
Ore 12.00: celebrazione dell'Ora Sesta.
Ore 18.30: Rosario eucaristico.
Ore 19.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica e l'adorazione comunitaria con la partecipazione della Confraternita della SS. Trinità, di S. Maria della Neve, delle Associazioni di S. Luigi e SS. Medici
Giovedì
26 Maggio

Ore 9.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica per l'adorazione personale.
Ore 12.00: celebrazione dell'Ora Sesta.
Ore 18.30: Rosario eucaristico.
Ore 19.00: presso la parrocchia di S. Lazzaro, il Vescovo presiederà la S. Messa. Al termine avrà luogo la processione del CORPUS DOMINI che terminerà in Cattedrale.
Venerdì
27 Maggio

Ore 19.30: Prove del coro parrocchiale
Sabato
28 Maggio

L'Azione Cattolica Adulti di Sant'Agata a conclusione del mese dedicato alla Madonna propone per tutta la comunità parrocchiale un pellegrinaggio mariano che si terrà Sabato 28 maggio p.v. presso il Santuario di Santa Maria di Picciano (Matera). Il pellegrinaggio sarà guidato da don Oronzino.
La quota di partecipazione è di euro 40,00 (quaranta/oo). Si prega di dare l'adesione entro martedì 24 maggio alla Signora Cristina Murra o ad Antonio Maggio.

Ore 18.30: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica e l'adorazione comunitaria animata dai ragazzi del Catechismo.
Domenica
29 Maggio

Solennità del
SS. Corpo e Sangue di Cristo

Ore 10.00: S. Messa.

Ore 18.00: S. Rosario eucaristico.
Ore 18.30. Vespri
Ore 19.00: S. Messa. Segue l'esposizione eucaristica e l'adorazione comunitaria.


domenica 15 maggio 2016

VERBO DI DIO: Liturgia della Parola della Domenica di Pentecoste

MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, A RINNOVARE LA TERRA

PRIMA LETTURA 
(At 2,1-11)
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Parola di Dio


SECONDA LETTURA 
(Rm 8,8-17)
Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Parola di Dio

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.



VANGELO 
(Gv 14,15-16.23-26)
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore