sabato 31 dicembre 2016

NUOVO FORMAT PER LA SENTINELLA ONLINE SU WWW.CATTEDRALEGALLIPOLI.IT


WWW.CATTEDRALEGALLIPOLI.IT

Da oggi LA SENTINELLA ha un nuovo format nella sua versione online. 
Infatti, con l'ammodernamento del sito web della Cattedrale, è possibile visualizzare direttamente il giornale dalla Home Page dello stesso sito.
Lo si potrà leggere sfogliando i diversi articoli, anche arretrati, utilizzando il pulsante [Clic per leggere tutto il giornale], oppure scaricare l'ultimo numero in formato pdf, cliccando sul pulsante [Scarica PDF] ed eventualmente stamparlo.

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lunedì 26 dicembre 2016

LU BRASEPIU. Poesia in vernacolo di Antonio Bellisario dedicata al Presepe di Via De Pace

Lu Brasepiu
 
Ncuminciau tuttu, na notte, all’eremu te Grecciu
ccù san Frangiscu, armatu te curaggiu.
 
Ulia rifazza la scena te Betlemme,
addru nasciu la cchiù pura te le gemme.
 
Truvau na mangiatura, ccù jove e ciucciu
e finarmente, te lu cirieddru se ‘llavau lu crucciu.
 
Rrumase stralunatu te lu messaggiu ca ‘nde mandau lu Signore,
puru senza la Matonna, San Giuseppe e mancu nu pastore.
 
Quardandu stu locu umile e pouru te suffraggi, foe cuntentu:
e pansau: sulu ci nasce te bassezze ddaventa steddra te firmamentu.
 
A morte sua, la Chesia sta ‘ntuizione la capiu
e crazie alli frati minori se tramandau lu “bresepiu”, crazie a Diu.
 
St’annu lu brasepiu, don Pieru Punsignore, ha ulutu lu face
allu centru te lu paese, propriu in via De Pace.
 
Ndè chiamau na sera, don Oronzinu, tuttu prasciatu
e già, stu prevete carusu, a nui ‘ndà ‘ntusiasmatu.
 
Nzignamme dopu picca giurni ccù na bbona lena,
fatiandu matina, espara e sera, senza nuddra pena.
 
Taule, cumpensati, polistirolu e coddra te farina,
chiovi, giurnali e cartuni, rrivara ‘mprima ‘mprima.
 
Mesci, carusieddri, cristiani t’esperienza e don Oronzinu
ccuminciamme trasfurmamu nu vecchiu macazzinu.
 
La ‘ntenzione era ccù creamu lu locu e lu camminu
ca ficiara Maria e Giuseppe ccù pozza nascere lu Bambinu.
 
Partusi e strittuleddre, chiazza e mercanzie,
nfratti, puzzi e pile e pasturi peè le vie.
 
 A tratti scopre lu cielu e barlampene le steddre
acqua te surgente, scrascie e rami te murteddre.
Lu palazzu te li signuri, de fore mendicanti,
surdati, chiante e fiuri e ‘ntorna li marcanti.
 
L’occhiu te la gente quarda ‘ttentu lemme lemme,
puru la casa te lu pane ca significa Bettlemme.
 
Trasi e essi te la locanda, addru Giuseppe ciarcau riparu,
ma nu truvau cunfortu e se ‘ndè sciu cchiu maru.
 
Nde ‘ndicara na crutteddra, rretu na staddra se truvava
e propriu ‘ntra stu locu alla fine riparara.
 
Ddrù bucu era scuru, umidu e chinu te rumasuije
ma San Giuseppe stise nu lanzulu su fienu e mpuje.
 
Era fridda ddrà notte ma era notte t’amore,
sulu nu ciucciu e nu jove tavene calore.
 
Alla menzanotte nà luce forte ‘lluminau ddrù mbiernu,
rrivau na cumeta e tutti l’angili te lu Patreternu.
 
Sulla terra rrivau ccù amore tantu,
cusì comu ozze lu Spiritu Santu.
 
Comu luce ppè cinca nu bbite,
comu acqua ppé cinca tene site.
 
Comu pane ppè cinca nu tene te mangiare,
comu sparanza ppè ccì nù pote cchui sperare.
 
Speramu ca alla gente lu brasepiu ndà piaciutu,
e ccù pozza capire ccù lu core quiddru ca è Accadutu.
 
Ccù capisca finu in fondu lu significatu te lu Natale,
ca ‘ndè amau te ‘mpena natu ma finu ‘ncroce lu facimme tribulare.
 
Antonio Bentivoglio
13 dicembre 2016

Memoria di S. Lucia V. e M.

sabato 24 dicembre 2016

VERBO DI DIO: Liturgia della Parola del 25 dicembre, Natale del Signore

PRIMA LETTURA
(Is 52,7-10)

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
Dal libro del profeta Isaìa

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Parola di Dio


SECONDA LETTURA
(Eb 1,1-6)

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Dalla lettera agli Ebrei

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio


VANGELO
(Gv 1,1-18)

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

MESSAGGIO NATALIZIO DEL VESCOVO

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1)

Amati fratelli e sorelle,
vi scrivo ancora una volta mentre vi immagino indaffarati nel preparare ogni cosa per questo Natale del Signore. Anche quest’anno l’Amore desidera nascere per noi, per la nostra vita. Nel buio delle nostre notti, al freddo delle nostre caverne interiori cariche a volte di sofferenze e delusioni profonde, al gelo delle nostre amare solitudini, nelle piaghe più dolorose della nostra vita, Dio lì vuole entrare con la sua luce. La luce di Dio non acceca, non abbaglia, non stordisce.
Riscalda pian piano i cuori, come fa una piccola lampada. Fragile per essenza, un soffio di libertà la può spegnere. E’ delicata, trasuda tenerezza, è diafana. La luce di Dio ha preso un volto, un nome, una storia, proprio come noi. Si è caricata delle nostre tenebre, le ha prese su di sé per vincerle una volta per tutte. Si è addentrata nelle nostre lotte, per essere pace. E’ scesa sulla terra per farci pregustare lo splendore della luce del Cielo e dirci che è possibile riprodurla in piccolo in questo nostro mondo. Si è fatta povera, nuda, umile. Natale è accogliere questa Luce nella nostra vita. Nelle nostre lentezze, nelle nostre oscurità, nelle nostre debolezze. Sarà Natale quando non ci lasceremo più schiacciare dal peso delle nostre colpe, ma le vivremo con Lui.
Non avvenga per noi, come per tanti, di perdere l’essenziale a Natale. La bellezza dei nostri presepi non ci faccia dimenticare lo splendore del Cristo nascosto nei poveri, nei carcerati, nei sofferenti, negli anziani, negli uomini soli, in coloro a cui la vita non ha riservato il meglio, in quelli che si sentono tormentati dai loro dolori, non accettati per ciò che realmente sono, frustati dalla monotonia, dalla frenesia, dalla noia, in chi arriva da terre lontane con aspettative piene di felicità. Vi immagino già nelle vostre comunità parrocchiali, insieme ai vostri sacerdoti, agli sgoccioli di questo Avvento, a preparare il cuore con zelo e pietà. Vi penso, riuniti in assemblea, nella notte di Natale, illuminati dalla flebile luce di un presepe. Immagino la gioia dell’incontrarsi per scambiarsi gli auguri, una carezza, un abbraccio. Vi chiedo audacia in questo Natale: non facciamo distinzione alcuna. Guardiamo tutti con occhi di tenerezza e amore. Mi direte che è difficile, forse impossibile. Vi rispondo che è vero, ma Dio ce lo chiede. Quel perdono sospirato da tempo può essere vissuto oggi. Quello sguardo risentito che da troppo tempo lanciamo verso chi ci ha fatto del male può essere trasformato in quello di Gesù Bambino. Quelle mani diffidenti nel donare un pezzo di pane a chi non ce l’ha, fiducia a chi ci ha traditi, perdono a chi ci ha fatto soffrire, un sorriso a chi l’ha tolto a noi, un giudizio in meno a chi ne ha già tanti, si trasformano in quelle di Giuseppe, custode premuroso della fragilità del Dio fatto carne. Quelle gambe tremanti di paura dinanzi alle logiche miseramente umane che puzzano di corruzione e criminalità, si trasformano in quelle di Maria, “Donna coraggiosa” come amava definirla il caro don Tonino Bello. “Nulla è impossibile a Dio” (cfr Lc 1, 37). Affidiamoci alla sua luce, alla sua grazia. Sentiamoci vicini nel celebrare la venuta del Signore in questa nostra storia. Lasciamoci avvolgere dal mistero dalla Parola di Dio, lampada vera dei nostri passi. Ripartiamo da noi, dalle nostre debolezze, che Dio in Cristo Gesù vuole guarire per mezzo del suo Spirito, per giungere a donarci agli altri senza riserve. Natale è dono di Dio fatto uomo, è compito dell’uomo di essere simile a Dio e fratello vero degli altri. La luce di Cristo vi inondi la vita di gioia, in questo Natale e in ogni giorno del nuovo anno che arriva.
Auguri di cuore, vi abbraccio con affetto di padre e fratello vostro.

+ Fernando, vescovo

GLI AUGURI DEL PARROCO


E’ nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato”
(Is 9,6)

Carissimi,

oggi il Figlio di Dio si è fatto uomo. Grazie a lui il cielo si è riversato sulla terra, l’eterno ha fatto irruzione nella storia, il grande e perenne giorno è venuto nel nostro giorno temporaneo e breve, l’attesa ha avuto il suo compimento, la promessa di Dio si realizzata oltre ogni nostra previsione.
Quanto più prendiamo consapevolezza di questo ineffabile mistero che oggi si rivela all’orizzonte di tutta l’umanità, tanto più sentiamo forte il bisogno di chiederci: perché questo evento si è compiuto? Cosa ha spinto Dio, il tre volte santo, ad umiliarsi tino a prendere su di sé tutta la povertà della nostra condizione umana?
Dall’insieme della Rivelazione, particolarmente dalla Parola che abbiamo ascoltato, emerge chiaramente che l’unico motivo che ha spinto il Verbo a farsi carne è l’amore per il genere umano, per ciascuno di noi.
Il Natale di Gesù è la manifestazione piena dell’amore di Dio per noi» e la prova più evidente che, nonostante tutto, l’Altissimo è perennemente e follemente innamorato di ogni uomo, fino al punto da rivelarsi come l’Emmanuele, il partner della esistenza umana.
Le conseguente di quest’evento straordinario che oggi stiamo celebrando, costituito dalle nozze tra il Figlio di Dio e l’umanità, sono mirabili:
Dio si unisce indissolubilmente a ciascuno di noi. Dice S. Grillo: “II Verbo, nato secondo la carne da una donna, si è appropriato del corpo preso da lei per stabilire se stesso in noi mediante un’unione indissolubile”;
tutti noi veniamo innalzati alla dignità sublime dei figli di Dio.
Quale grazia più evidente Dio avrebbe potuto far brillare ai nostri occhi? Aveva un Figlio Unigenito e ne ha fatto il figlio dell’uomo e, in cambio, d’un figlio dell’uomo ha fatto un figlio di Dio” (S. Agostino);
la nostra storia, segnata irreparabilmente dal peccato di Adamo, diventa storia di salvezza perché in essa è scoccato l’istante eterno dell’Amore incarnato, il quale la orienta decisamente verso la pienezza dei cicli nuovi e della terra nuova che da oggi sono per sempre inaugurati.
Per sperimentare personalmente quanto ìl mistero odierno ci rivela ed offre, perché la nostra vita sia un interminabile giubileo, è indispensabile che ognuno di noi permetta al Signore Gesù di nascere nel proprio essere ed esistere, perché sia lui a vivere per sempre in noi.
I segni che garantiscono e provano il reale accadimento del Natale del Signore nella nostra esistenza sono:
la gioia. Chi, con l’aiuto dello Spirito Santo, entra e vive perennemente nel mistero del Natale non può che sperimentare la gioia vera, piena e duratura;
la speranza. Quanto più crediamo all’Emmanuele e ci lasciamo travolgere dal suo eterno amore, tanto più siamo riscattati dal pessimismo, esistenziale, dal pericolo del non senso, dal dramma della disperazione. Il meraviglioso e sconcertante evento della Incarnazione di Dio nella nostra umanità e la sua irruzione nella storia ribadisce la certezza che se lui e con noi, da oggi in poi, niente e nessuno potrà essere contro dì noi;
l’impegno nella testimonianza. Se ci oggi rendiamo veramente disponibili a dare al Signore la possibilità di porre la sua tenda nella nostra povera esistenza e di conseguenza entriamo nella pienezza della vita divina, tanto da essere realmente “di casa” nel mistero della Trinità santa, sentiremo il bisogno struggente di correre sulle strade del mondo per annunziare ad ogni uomo Colui che fa nuove tutte le cose e riempie del suo amore straordinario, e perciò unico, l’ordinarietà dell’esistenza, la quale diventa così un vero giubileo, che inizia nel tempo e si compie nell’eternità beata.


Buon Natale!

LA PAROLA PREGATA

«Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia»

(Le 2,12)



Meritavi una culla migliore, meraviglioso Bambino di Betlemme ma non l'hai né cercata né desiderata.
Così sei nato in me ed ora dimori in me, fragile culla invecchiata dal tempo e dal mio peccato.
Afferra con la tua manina delicata la mia, che è incallita dal vizio, e stringila forte .
Afferra questa mia mano terrosa, per trasmetterle il sapore del cielo.
Afferra questa mia mano tremante ed impaurita per comunicarle il calore delle stelle.
Afferra questa mia mano, appesantita dalle cose che racchiude, per liberarla da ogni possesso e renderla disponibile al dono di sé.
Afferra, Bambino di Betlemme, questa mia mano per strapparla dalla strada della morte
e condurla con te sul sentiero della vita.
Afferra questa mia mano perché da essa si allontani il nauseante odore di ogni violenza
e cominci invece a possedere il tuo delicato profumo che odora della pelle di Dio.
Amen .


Averardo Dini

RINNOVATO IL SITO WEB DELLA CATTEDRALE


Il 23 dicembre, è stato inaugurato il nuovo sito web della Cattedrale di Sant'Agata.
Dopo tredici anni dalla pubblicazione del primo, il sito è stato aggiornato con nuove tecniche di visualizzazione che permettono di gustare meglio le opere pittoriche presenti nel più importante Tempio della città di Gallipoli, facendo scorgere particolari che, ad occhio, nudo non è possibile vedere. Sarà possibile effettuare una visita virtuale attraversando le navate della Cattedrale ed ammirando le tele e gli altari.
Sono state aggiornate anche le pagine che riguardano la vita parrocchiale, con approfondimenti su Confraternite ed Associazioni che arricchiscono la Parrocchia di Sant'Agata.
La Basilica di Sant'Agata in Gallipoli, Concattedrale della Diocesi di Nardò Gallipoli - scrive il Parroco Mons. Piero De Santis nella home page - è il tempio cristiano più significativo della città, perché in esso il sacrum, il pulchrum e l'historicum si coniugano tra loro in modo stupendo e l'intera comunità parrocchiale, animata dal sincero desiderio di offrire a tutti la possibilità di conoscere il patrimonio di fede e di arte che è stato tramandato dalle precedenti generazioni fino ad oggi, per comunicare il Vangelo nella nostra società in continuo cambiamento, e per far giungere a tutti quelle notizie che sono utili per far crescere il senso dell’appartenenza e della corresponsabilità nella vita della Chiesa, hanno realizzato il nuovo sito: www.cattedralegallipoli.it

PRESEPE ARTISTICO NEL CENTRO STORICO

E’ stato inaugurato venerdì scorso il presepe artistico realizzato in un locale della Parrocchia, in via Antonietta De Pace.
Si tratta di una realizzazione di circa 140 mq, a grandezza naturale, percorribile a piedi, presso il locale parrocchiale.
La manifattura è opera di diversi artigiani gallipolini esperti nella lavorazione del legno, della cartapesta e della pietra, con la collaborazione delle famiglie e dei giovani del nostro centro storico.
Il presepe sarà aperto fino al 2 febbraio, dalle ore 10,00 alle ore 12.30 e dalle ore 16,00 alle ore 22,00.

NOVENA DI NATALE- Nono giorno


CAMMINAVAMO NELLE TENEBRE
(Vigilia della natività del Signore Gesù Cristo)

Il Profeta Isaia prospetta il tempo della salvezza messianica come il tempo della luce, della gioia e della liberazione. Nel Bambino che ci sarà donato sono raccolte tutte le virtù dei Santi d'Israele: Egli sa la grandezza degli eroi la potenza, saggio, pacifico; sarà il vero "Ernmanuele" cioè Dio in mezzo a noi.

Videro una grande luce

«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a Te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madìan. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato. Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre» (Is 9,1-6).

Entra nel tempo e nello spazio

O fusione inaudita, o compenetrazione paradossale! Colui che è, viene nel tempo; l'increato si fa oggetto di creazione. Colui che non ha dimensioni, entra nel tempo e nello spazio, e un'anima spirituale si fa mediatrice tra la divinità e la pesantezza della carne. Colui che arricchisce, si fa povero e mendica la mia carne, perché io venga arricchito della sua divinità. Lui, che è la pienezza si svuota, si spoglia per un poco della sua gloria, perché io possa partecipare della sua pienezza. Quale ricchezza di bontà! Quale immenso mistero mi avvolge! Sono stato fatto partecipe dell'immagine di Dio e non ho saputo custodirla: ora Dio si rende partecipe della mia carne, sia per salvare l'immagine che mi aveva data, sia per rendere immortale la mia carne. Entra in comunione con noi, in un modo nuovo ancora più profondo del primo: con chi un tempo condivise il bene, ora condivide il male; quest'ultima comunione è ancora più degna di Dio e, per chi ha intelligenza, ancora più sublime. (S. Gregorio Nazianzeno)

Ascoltaci, o Gesù

Perché accogliamo con cuore semplice e puro il tuo mistero di salvezza
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.

Perché i piccoli e i poveri di questo mondo riconoscano la loro dignità di figli di Dio e gioiscano di essere l'oggetto della preferenza divina
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.

Perché tutti gli uomini Ti accolgano e credano in Te
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù

O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi a noi e a tutta la tua Chiesa di conoscere con la fede la profondità del tuo mistero, e di viverlo con amore intenso e generoso, per Cristo nostro Signore. Amen

venerdì 23 dicembre 2016

NOVENA DI NATALE. Ottavo giorno



L'AMORE CHE SALVA


L'apostolo Paolo pone l'accento sugli effetti dell'amore di Dio manifestatosi nell'incarnazione. Questo amore è benignità, tenerezza, misericordia e si manifesta nonostante i peccati e le miserie degli uomini. Il fine di questo agire di Dio è quello di renderci suoi figli, rigenerandoci mediante il Battesimo per mezzo dello Spirito Santo, perché possiamo tendere al totale possesso della salvezza.


San Paolo apostolo a Tito

«Carissimo, anche noi un tempo eravamo insensati, disubbidienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,3-7).

Tutto abbiamo ricevuto in Cristo

Tutto abbiamo ricevuto in Cristo. Iddio si è comunicato all'uomo come restauratore della sua natura, come perdono e null'altro che perdono. In qual modo la misericordia di Dio ci concede il perdono del peccato, per unire l'uomo a sé come figlio? Risponde San Paolo: «Mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5). Il Battesimo è il suggello della fede: chi si è affidato a Cristo non assume con lui un rapporto isolato, ma entra a far parte della comunità di Cristo, la sua Chiesa: giunge a ciò perché ha avuto in dono lo Spirito stesso di Cristo e dallo Spirito viene inserito nel corpo di Cristo, ne fa parte come membro vivente. Lo Spirito è Dio che in Cristo opera in noi: aiuta, ispira, illumina, santifica non per realizzare una vita solitaria, una comunione individualistica con Dio, ma per collegarci nella comunione con i fratelli in un'autentica carità vissuta. (F. Salvestrin)

Mostraci, Signore, la tua Misericordia

Padre Santo, che per mezzo del Figlio tuo ci hai liberati dal peccato e dalla morte, togli ogni ansia e ogni tristezza dai nostri cuori.
- Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.

Tu che hai promesso al tuo popolo un germoglio di giustizia, conserva pura e santa la tua Chiesa.
- Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.

Tu che in Cristo ci hai dato ogni bene, fa' che non ci separiamo dalla comunione di amore del tuo Spirito
- Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.

Tu che infondi nel nostro cuore la beata speranza della salvezza, conservaci fedeli e vigilanti fino al giorno del Signore Gesù
- Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.

Oppressi dal giogo del peccato, aspettiamo da Te, Padre misericordioso, la nostra redenzione; fa' che la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù antica. Per Cristo nostro Signore. Amen

giovedì 22 dicembre 2016

INAUGURAZIONE DEL NUOVO SITO WEB DELLA CATTEDRALE


Domani sera, 23 dicembre, con inizio alle ore 18,00 presso il museo diocesano di Gallipoli, subito dopo la presentazione del presepe artistico, sarà inaugurato il nuovo sito web della Cattedrale di Sant'Agata.
Dopo tredici anni dalla pubblicazione del primo, il sito è stato aggiornato con nuove tecniche di visualizzazione che permettono di gustare meglio le opere pittoriche presenti nel più importante Tempio della città di Gallipoli, facendo scorgere particolari che, ad occhio, nudo non è possibile vedere. Sarà possibile effettuare una visita virtuale attraversando le navate della Cattedrale ed ammirando le tele e gli altari.
Sono state aggiornate anche le pagine che riguardano la vita parrocchiale, con approfondimenti su Confraternite ed Associazioni che arricchiscono la Parrocchia di Sant'Agata.
La Basilica di Sant'Agata in Gallipoli, Concattedrale della Diocesi di Nardò Gallipoli - scrive il Parroco Mons. Piero De Santis nella home page - è il tempio cristiano più significativo della città, perché in esso il sacrum, il pulchrum e l'historicum si coniugano tra loro in modo stupendo e l'intera comunità parrocchiale, animata dal sincero desiderio di offrire a tutti la possibilità di conoscere il patrimonio di fede e di arte che è stato tramandato dalle precedenti generazioni fino ad oggi, per comunicare il Vangelo nella nostra società in continuo cambiamento, e per far giungere a tutti quelle notizie che sono utili per far crescere il senso dell’appartenenza e della corresponsabilità nella vita della Chiesa, hanno realizzato il nuovo sito.

NOVENA DI NATALE. Settimo giorno


SI E’ FATTO CARNE

Con un misterioso vaticinio il profeta Isaia promette un "segno" di salvezza: la nascita miracolosa dell' "Emmanuele", figlio di una vergine. L'Evangelista attribuisce esplicitamente la profezia alla nascita di Gesù: Egli è veramente l'Emmanuele, cioè Dio con noi. Facendosi uomo, Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi e rimane con noi anche oggi, nella Chiesa e nell'Eucaristia.

Dio con noi

«"Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto". Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore". Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi"» (is 7,10-14).

Dio ha dimorato tra noi

Ti chiederai in che modo la divinità si è incarnata, come il fuoco nel ferro, non trasferendosi, ma comunicandosi. Il fuoco infatti, non si slancia verso il ferro al quale si comunica. Non subisce diminuzione, ma riempie totalmente il ferro al quale si comunica. Allo stesso modo, Dio, il Verbo "che ha dimorato tra noi" non è uscito da Se stesso; il Verbo che si è fatto carne non fu soggetto a mutamento; il Cielo non fu privato di Colui che teneva e la terra accolse nel proprio seno colui che nei cieli.
Lasciati penetrare da questo mistero: Dio è venuto nella carne per uccidere la morte che vi si nasconde. Come le cure e le medicine vincono gli elementi nocivi assimilati dal corpo, e come il buio in casa è dissipato dalla luce che entra, così la morte che teneva in suo potere la natura umana fu distrutta con la venuta della divinità. Come il ghiaccio prevale sull'acqua mentre è notte e persiste l'oscurità, ma appena sorge il sole si scioglie al calore dei suoi raggi, così la morte ha regnato fino alla venuta di Cristo; quando è apparsa la grazia salvatrice di Dio e si è levato il Sole di giustizia, la morte fu assorbita dalla vittoria, non avendo potuto resistere alla presenza della vera vita. Noi pure manifestiamo la nostra gioia, festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita dell'umanità. Oggi è tolta la condanna di Adamo. Non si dirà più: "Polvere tu sei e alla polvere tornerai", ma: "Unito a colui che è nei cieli, sarai elevato al cielo". (S. Basilio M.)

Onore e gloria a Te, Signore Gesù.

Per l'immenso amore che Ti ha spinto a farti nostro fratello
- Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Perché ci hai raccolti nella tua Chiesa, arca di salvezza
- Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Perché ci hai dato la speranza della vita gioiosa e senza fine nel tuo regno
- Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Per riparare al peccato degli uomini che non Ti hanno accolto e non Ti amano
- Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Risplendi su di noi con la luce della tua gloria, Signore Gesù Cristo, e la tua venuta vinca le tenebre del male e porti a tutti gli uomini la liberazione dalla schiavitù del peccato. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

mercoledì 21 dicembre 2016

NOVENA DI NATALE. Sesto giorno


L'ANCELLA DEL SIGNORE

Con l'annuncio di Maria, Dio comincia ad attuare le antiche promesse, che riguardano la venuta del Messia e la redenzione del genere umano. Però, come in tutti gli altri suoi interventi passati nella storia d'Israele, così anche in questo capitale intervento di salvezza, Dio chiede la libera cooperazione umana. E’ sua l'iniziativa, ma non vuole portarla a compimento senza il concorso delle sue creature. Maria che si proclama "l'ancella del Signore" diventa la vera abitazione di Dio e la Madre del Signore. In tal modo Ella, figlia e fiore di tutta l'umanità, per volontà di Dio è lo strumento indispensabile della nostra salvezza.

Come è possibile?

«Nel sesto mese, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con Te". A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'Angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'Angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'Angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'Angelo parli da lei» (Lc 1,26-38).

Il "fiat" di Maria

Nella sfera umana, Maria è sola. Nessuno sa quello che avviene in lei. Che cosa dirà? Maria si rende perfettamente conto dell'estrema importanza di ciò che sta per pronunciare. Come una sposa, Ella sa che questo infinito ha due aspetti: uno di gioia, di tenerezza, di gloria; ma anche un altro aspetto: una immensità invisibile di pena, di redenzione, di riparazione. Dire "sì", sarebbe mancare di delicatezza, come se Lei fosse uguale a Dio. Dirà solamente: che ciò avvenga, che ciò mi sia fatto! Come se intendesse far comprendere che gettava la sua libertà nel piano divino, oggi di gioia e domani di sofferenza. Fiat! E la parola dell'accettazione. E, nello stesso istante, ciò avvenne. Ella lo seppe. Tacque. L'Angelo adorò il divino mistero e si allontanò in silenzio. (J. Guitton)

Noi Ti ringraziamo, o Gesù

Per il "sì" libero e generoso pronunciato da Maria nel momento dell'Annunciazione
- Noi Ti ringraziamo, o Gesù.

Perché, per mezzo di Maria, Ti sei fatto uomo e sei divenuto nostro fratello
- Noi Ti ringraziamo, o Gesù.

Perché hai associato la Madre tua a tutto il mistero di redenzione e di salvezza degli uomini
- Noi Ti ringraziamo, o Gesù.

Perché ci hai dato la Madre tua come nostra Madre amatissima
- Noi Ti ringraziamo, o Gesù.

martedì 20 dicembre 2016

NOVENA DI NATALE. Quinto giorno


UNA MISSIONE ALTISSIMA

Il piano di salvezza di Dio si incontra con la volontà e la collaborazione umana di due creature: Maria e Giuseppe. Due creature meravigliose, completamente disponibili al volere del Signore.
Il brano evangelico ci presenta l'uomo giusto e timorato di Dio, scelto ad una missione altissima: fare sulla terra le veci del Padre che è nei Cieli. La figura di Giuseppe ci appare in questo passo alta e drammatica, scolpita di fede e umiltà. Egli non può ancora capire il mistero di Dio, ma quando ha la certezza della divina volontà, crede e obbedisce.

Emmanuele: Dio con noi

«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un Angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,18-24).

L'obbedienza di Giuseppe

Di fronte al mistero divino, Giuseppe ha saputo mantenere il contegno giusto. Egli non si lascia prendere da umani sentimenti. Non è in grado di comprendere ciò che vede in Maria e non vuole penetrare a forza il mistero; si ritira piuttosto in disparte, con timida e rispettosa venerazione, abbandonandosi al volere di Dio e lasciando a Lui tutto il resto. Giuseppe dunque obbedisce alla Parola, la mette in pratica, dichiarandosi con le opere strumento docile nelle mani dell'Altissimo. Egli non vuole nulla per sé, perché intende essere semplicemente a disposizione di Dio. Prende quindi con sé Maria, sua sposa, per adempiere la volontà di Dio, perché Ella possa dare alla luce il suo Figlio. Sarà però lui, Giuseppe, in tutta obbedienza, a dargli il nome. Quel nome attorno al quale rotea l'universo e per volontà del quale ogni cosa è stata creata: Gesù, il Messia, il Salvatore. (R. Gutzwilier)

Ascoltaci, o Signore

Perché siamo fedeli agli impegni assunti nel nostro Battesimo e portiamo a termine la nostra vocazione
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché, ad imitazione di San Giuseppe, siamo sempre disponibili all'obbedienza al divino volere, anche quando tutto ci appare oscuro
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché siamo capaci di ascoltare, nel silenzio interiore, la voce delle divine ispirazioni
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché il nome di Gesù, nel quale solo c'è speranza di salvezza, sia conosciuto e invocato da tutti gli uomini.
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Disponi, o Padre, i nostri cuori a ricevere nel tempio vivo della Chiesa la tua misericordia, perché la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù del peccato e ci renda degni di partecipare alla ricchezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

lunedì 19 dicembre 2016

SETTIMANA IN PARROCCHIA

Appuntamenti dal 19 al 25 dicembre

Lunedì
19 dicembre
Ore 19.15: nel salone del Palazzo vescovile, Festa dell’Azione Cattolica Adulti.
Martedì
20 dicembre
Ore 18.30: Lectio divina. Segue la S. Messa e l’Adorazione eucaristica.
Mercoledì
21 dicembre

Ore 19.30: incontro di preghiera con tutti i genitori e i ragazzi del catechismo. Al termine i ragazzi consegneranno il libretto utilizzato durante il tempo dell’Avvento, il quale sarà restituito il giorno di Natale unitamente ad un dono preparato per loro e le rispettive famiglie.
Durante l’incontro di preghiera aperto a tutta la comunità ci saranno dei sacerdoti a disposizione per le confessioni.
Ore 19.00: Prove del coro parrocchiale.
Giovedì
22 dicembre
Ore 19.00: Prove del coro parrocchiale.
Venerdì
23 dicembre
Ore 18.00: nella Sala Conferenze del Museo Diocesano, inaugurazione del presepe con l'intervento di Padre Vincenzo Giannelli, frate Minore Conventuale, sulla storia del Presepe. Nella stessa occasione verrà dato l’avvio ufficiale al nuovo sito web parrocchiale. Tutti siamo invitati a partecipare.

La novena di Natale in Cattedrale è anticipata alle ore 17.00. Segue la S. Messa alle ore 17.30.

Sabato
24 dicembre
Non ci sarà la S. Messa vespertina.
Alle ore 17,00 ci ritroveremo nella Chiesa di S. Teresa per il canto dei Vespri. Al termine, le statue di Gesù Bambino saranno portate nei presepi allestiti presso le Chiese del centro storico.
La veglia di Natale in Cattedrale avrà inizio alle 23.15, mentre nella Chiesa di S. Teresa alle ore 21.00
Al termine della Veglia di Natale, verrà portata processionalmente la statua di Gesù Bambino nel presepe parrocchiale allestito in via A. De Pace.
Domenica
25 Dicembre
Natale di Nostro Signore
Gesù Cristo
S. Messe alle ore 10.00 e 18.30. La S. Messa vespertina sarà presieduta dal Vescovo.



INIZIATIVE NATALE 2016

Presepe artistico, "Andiamo fino a Betlemme", “Spiritual performance: Una nuova costellazione!” Nuovo sito web della Cattedrale di Sant'Agata.

Queste le iniziative che la comunità parrocchiale della Basilica Concattedrale di S. Agata sta realizzando, in occasione del Santo Natale 2016.

La prima iniziativa è l'allestimento di un presepe artistico di 140 mq, a grandezza naturale, percorribile a piedi, presso il locale parrocchiale sito in via A. De Pace, n. 30 (la via principale del centro storico di Gallipoli). La manifattura è ad opera di diversi artigiani gallipolini esperti nella lavorazione del legno, della cartapesta e della pietra, con la collaborazione delle famiglie e dei giovani del nostro centro storico.
Il presepe sarà inaugurato il 23 dicembre, alle ore 18,00, con il saluto di Mons. Piero De Santis, parroco della Basilica Concattedrale di Sant'Agata, e l'intervento di Padre Vincenzo Giannelli, frate Minore Conventuale, rettore dei Santuari Josephini di Copertino, sulla storia del Presepe.
Seguirà poi la presentazione dell'opera e delle tecniche artistiche utilizzate.
Il luogo dell'incontro inaugurale sarà la sala conferenze del Museo Diocesano - sezione di Gallipoli "Mons. Vittorio Fusco", sito in via A. De Pace, n. 51.
Il presepe sarà aperto dal 24 dicembre fino al 2 febbraio, dalle ore 10,00 alle ore 12.30 e dalle ore 16,00 alle ore 22,00.

La seconda iniziativa è una spiritual performance, dal titolo Una nuova costellazione!, per riflettere attraverso la musica (dal vivo), la danza e la recitazione sul significato autentico del Natale, con il vivo desiderio di proporre un messaggio di speranza e di fiducia in un contesto in cui questi valori sembrano venir meno.
Lo spettacolo, con la direzione musicale del Mo Enrico Tricarico, si terrà mercoledì 28 dicembre p. v., alle ore 20.00, nella Concattedrale di Gallipoli.

Nel corso della stessa serata del 23 dicembre, sarà presentato il nuovo sito web della Cattedrale di Sant'Agata.
Dopo tredici anni dalla pubblicazione del primo, il sito è stato aggiornato con nuove tecniche di visualizzazione che permettono di gustare meglio le più importanti opere pittoriche presenti nel più importante Tempio della città di Gallipoli, facendo scorgere particolari che ad occhio nudo non è possibile vedere. Sono state aggiornate anche le pagine che riguardano la vita parrocchiale, con approfondimenti su Confraternite ed Associazioni che arricchiscono la Parrocchia di Sant'Agata.

NOVENA DI NATALE. Quarto giorno


RENDERE TESTIMONIANZA

La missione propria di Giovanni Battista è quella di "rendere testimonianza" a Cristo. Egli compie questa missione nella verità e nell'umiltà ("non sono io il Cristo... non sono degno..."), esortando tutti alla conversione e additando Gesù come Salvatore e "Agnello di Dio".

Il Figlio di Dio

"Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce " (Gv 1,6-8). «Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele". Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio"» (Gv 1,29-34).

Una missione speciale

Ogni creatura è fatta per rendere testimonianza a Dio, perché ogni creatura è un segno della sua bontà. La grandiosità della creazione testimonia a modo suo la forza e l'onnipotenza divina, e la sua bellezza testimonia la sapienza divina. Alcuni uomini però ricevono da Dio una missione speciale: rendono testimonianza a Dio non solo dal punto di vista naturale, per il fatto che esistono, ma ancor più in modo spirituale, per le loro buone opere. Giovanni è uno di questi testimoni; è venuto per diffondere i doni di Dio e proclamare le sue lodi. La missione di Giovanni e il suo ruolo di testimone sono di una grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza di una realtà se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto» (Gv 3,1 1). Rendere testimonianza alla verità divina suppone una conoscenza di questa verità. Per questo anche Cristo ha avuto questo ruolo di testimone. "Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità" (Gv 1 8,37). (S.Tommaso d'Aquino)

Ascoltaci, o Signore

Perché comprendiamo con quale amore Dio ci ha amati e ci ha resi suoi figli
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché la pigrizia e la viltà non ci impediscano di professare apertamente la nostra fede in Cristo e nel Vangelo
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché i predicatori e i catechisti, come Giovanni Battista, mostrino con efficacia agli uomini Cristo Salvatore
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché tutti gli uomini del nostro tempo riconoscano che non è possibile costruire un mondo buono e giusto senza fondarlo su Cristo, uomo perfetto e Figlio di Dio
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

O Cristo Signore, Tu sei l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: aiutaci a riconoscere i nostri limiti e la nostra miseria, perché solo così possiamo ottenere la salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.