domenica 15 maggio 2016

GRADINI DI SANTITA'

«A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua»

Pentecoste è la Pasqua che giunge a maturazione nella comprensione e nella vita dei discepoli. Si innesta su una festa precedente che celebrava il raccolto del grano e il ringraziamento per i frutti della terra. Anche la prima Chiesa celebra, nel racconto degli Atti, i doni dello Spirito Santo che, effusi sugli apostoli come fuoco, incendia i loro cuori e li spinge nella piazza a gridare la gioia. Una santa ebbrezza prende gli apostoli che sono derisi dai benpensanti e apostrofati come ubriachi di mosto. Il terremoto della Pentecoste porta vento che scompiglia i pensieri e gioia che fa incontrare i credenti con gli uomini di ogni nazionalità, lingua o cultura che sono raggiunti dall'annuncio delle grandi opere di Dio nel loro idioma. Ciò che si era già realizzato nella Pasqua oggi viene portato a compimento con una apertura universale che gli apostoli, da soli,
non avrebbero saputo progettare. Saltano le porte, i cardini, gli schemi e le separazioni, il mondo confuso di Babele vede ricomposta l'unità nel giorno di Pentecoste che ha la freschezza di una gioia e una luce mattinale che lava volti e sguardi, persone e strutture.
Nel Vangelo di Giovanni viene riportata la parola di Gesù detta nel Cenacolo la sera di Pasqua: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro cui perdonerete i peccati, saranno perdonati!». Sugli apostoli e i loro successori viene alitato Io Spirito Santo, come in una nuova creazione, per portare vita laddove il peccato ha arrecato separazione e morte. «Lava ciò che è sordido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato», siamo invitati a invocare nella sequenza. Lo Spirito viene e reca il perdono, libera dalle cose vecchie e dai pesi che rallentano il cammino, abbatte i muri delle divisioni e degli odi, ricrea ciò che era stato deturpato. Non solo nel sacramento della Riconciliazione, dove specificamente è contenuta la grazia del perdono e della conversione, ma in tutti i sacramenti c'è un momento di effusione delle Spirito Santo che interviene con una grazia rigeneratrice sulle piaghe dell'anima.
Il futuro di coloro che sono riconciliati è la santità, che in ciascuno fiorisce con una specificità unica e irripetibile che rende la comunità dei credenti ricca di doni sempre nuovi. Da questa Pentecoste la Chiesa uscirà rinnovata e ringiovanita in tutte le sue componenti? Saprà cantare canti nuovi capaci di destare meraviglia e stupore in quanti la avvicinano? Sarà capace di convenirsi ai tempi dello Spirito sempre più veloci delle sue scansioni e paure? A te che celebri l'Eucaristia è affidato questo compito di essere docile all'azione dello Spirito Santo che abbatte i muri e con lo stesso materiale di risulta costruisce ponti di comunione. A questo sei chiamato nella tua famiglia, nella tua parrocchia, nel luogo del lavoro e della convivenza civile. Da fuoco nel camino che romanticamente riscalda pochi intimi, la Pentecoste deve diventare fuoco che si appicca ai cuori e incendia il mondo in una rivoluzione di misericordia che diventa comunione.

Tratto da CREDERE - Rivista ufficiale del Giubileo

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