sabato 18 giugno 2016

GRADINI DI SANTITA'

La liturgia oggi ci ricorda un dato essenziale nella nostra vita di fede: chi riconosce in Gesù di Nazaret il Messia deve accoglierlo come l’Amore crocifisso ed essere disposto a seguirlo anche quando si trova sul Calvario.

«GUARDERANNO a me, colui che hanno trafitto». Significativa questa espressione del profeta Zaccaria (I Lettura), che si compirà nella Croce di Cristo. È infatti alla luce del Vangelo che si comprende che il misterioso “trafitto” è il Cristo Signore con i segni della Passione, che sfocerà nella gloria della Pasqua (Cfr Gv 19,37).
E con l’apostolo Paolo (II Lettura) scopriamo il legame vitale tra la Pasqua di Cristo e il nostro Battesimo, che ci ha conformati a lui. Uscendo rinnovati dalle acque del fonte battesimale, i cristiani sono «rivestiti di Cristo» e beneficiano, nella fede, della vera «discendenza di Abramo».
Il Vangelo ci offre un sondaggio che Gesù stesso compie e che coinvolge anche i discepoli («Ma voi, chi dite che io sia?»). Pietro, illuminato dallo Spirito del Padre, proclama Gesù «il Cristo di Dio». Ma Gesù, per spiazzare ogni concezione politica o rivoluzionaria sulla sua identità di Messia, (“Cristo” è la traduzione greca) rivela il progetto che il Padre ha su di lui: Gesù deve intraprendere la strada della Croce, via necessaria che porta alla gloria, alla vita in pienezza. Anche i discepoli dovranno percorrerla.

Orlando Zambello, sspLa Domenica

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