domenica 31 luglio 2016

Gradini di Santità

La lettera ai Colossesi (II lettura) ricorda a noi credenti che nel battesimo è avvenuta una profonda trasformazione: il modo di vivere che abbiamo “rivestito” è quello stesso di Cristo e pertanto dobbiamo volgerci alle “cose di lassù”. Non possiamo tornare a vivere da idolatri, assolutizzando i beni di questo mondo. La parabola dell’uomo ricco (Vangelo) mostra l’inconsistenza di chi vive la propria esistenza nell’assillo continuo di accumulare beni per poter avere un futuro agiato. Prima di tutto perché quei beni sono una falsa sicurezza: «la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi perché tutta la fatica e le preoccupazioni per accrescere e custodire quei beni avrà come esito inevitabile il lasciarli «a un altro che non vi ha per nulla faticato» (I Lettura). 

Infine, quando al termine della sua vita si troverà davanti al giudizio di Dio, troppo tardi si renderà conto di essere radicalmente povero davanti a lui. L’attaccamento egoistico ai beni è idolatria, separa da Dio e rompe il rapporto di solidarietà col prossimo. Come uomini nuovi, abbiamo imparato da Cristo a condividere tutto con i fratelli: è questa la vera ricchezza che rimane per l’eternità. 


Agatino Gugliarassp – La Domenica

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