Con
la Quaresima ogni anno tutta la Chiesa si mette in cammino con Cristo
verso la sua Pasqua di morte e resurrezione.
Il
mercoledì delle ceneri ci vengono consegnate le armi del
combattimento e le medicine per la terapia quaresimale: l'ascolto
della Parola di Dio e la preghiera, il digiuno ed uno stile di vita
improntata alla sobrietà e le opere di carità.
Le
letture domenicali costituiscono una catechesi e un tirocinio di
conversione. Nel Vangelo di questa prima domenica vengono
tratteggiate le tentazioni di Gesù.
Fin
dai tempi di Adamo l'uomo è chiamato a dare prova della sua fedeltà
a Dio difronte alle tentazioni del maligno. Le tre tentazioni
diaboliche riassumono i
tre lati deboli della vita dell'uomo: il possesso dei beni materiali
(le pietre da trasformare in pane); la ricerca sfrenata del potere
(il possesso dei regni della terra); il desiderio di onnipotenza
(rifiuto di adorare Dio).
Per
vincere queste tre prove l'uomo dispone di uno strumento infallibile!
La Parola di Dio.
Facciamo
nostro allora il detto di Sant'Agostino: “Quando
sei colto dai morsi della fame
– e noi aggiungiamo anche dalla tentazione – lascia
che la Parola di Dio divenga il tuo pane di vita”.
In
questo cammino quaresimale saremo accompagnati da alcune meditazioni
tratte dalle Opere di Sant'Agostino Padre, dottore e Vescovo.
Dagli
studiosi è stato definito il massimo pensatore cristiano del primo
millennio e certamente anche uno dei più
grandi geni dell'umanità in assoluto.
DALLE "ESPOSIZIONI SUI SALMI" DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO (En. in Ps. 90, d. 2, 6-7)
La tentazione di Cristo è di grande ammaestramento per il cristiano
Il
Signore fu battezzato; dopo il battesimo fu tentato e infine digiunò
per quaranta giorni, per adempiere un mistero di cui spesso vi ho
parlato. Non si possono dire tutte le cose in una volta per non
sciupare del tempo prezioso. Dopo quaranta giorni il Signore ebbe
fame. Avrebbe potuto anche non provare mai la fame; ma, se cosìavesse
fatto, in qual modo sarebbe stato tentato? E se egli non avesse vinto
il tentatore, in qual modo avresti tu imparato a combattere contro il
tentatore? Ebbe fame, ho detto; e subito, il tentatore: Di' a
queste pietre che diventino pani, se sei il Figlio di Dio (Mt
4, 3). Era forse una gran cosa per il Signore Gesù Cristo cambiare
le pietre in pane? Non fu lui che con cinque pani saziò tante
migliaia di persone? (cf. Mt 14, 17-21). Quella volta creò il
pane dal nulla. Donde fu presa infatti una così grande quantità di
cibo che bastò a saziare tante migliaia di persone? Le fonti del
pane erano nelle mani del Signore. Non c'è niente di strano in
questo: infatti, colui che di cinque pani ne fece tanti da saziare
tutte quelle migliaia di persone, è lo stesso che ogni giorno
trasforma pochi grani nascosti in terra in messi sterminate. Anche
questi sono miracoli del Signore ma, siccome avvengono di continuo,
noi non diamo loro importanza. Ebbene, fratelli, era forse
impossibile al Signore fare dei pani con le pietre? Con le pietre
egli fa degli uomini, come diceva lo stesso Giovanni Battista. Dio
è capace di suscitare da queste pietre figli per Abramo (Mt
3, 9). Perché dunque non operò il miracolo? Per insegnarti come
devi rispondere al tentatore. Poni il caso che ti trovi
nell'afflizione. Ecco venire il tentatore e suggerirti: Tu sei
cristiano e appartieni a Cristo; perché ti avrà ora abbandonato?
Perché non ti manda il suo aiuto? Ricordati del medico. Talora egli
taglia e per questo sembra che abbandoni; ma non abbandona. Come
capitò a Paolo, il quale non fu esaudito proprio perché doveva
essere esaudito. Paolo dice infatti che non fu esaudita la preghiera
con cui chiedeva gli fosse tolto il pungiglione della carne, l'angelo
di satana che lo schiaffeggiava, e aggiunge: Per questo pregai tre
volte il Signore affinché me lo togliesse. In risposta egli mi
disse: Ti basta la mia grazia, infatti la virtù si perfeziona nella
debolezza (2 Cor 12, 8-9). Siate perciò forti, fratelli!
Se talvolta siete tentati da qualche strettezza, è Dio che vi
flagella per mettervi alla prova: egli che vi ha preparato e vi
conserva l'eredità eterna. E non lasciate che il diavolo vi dica: Se
tu fossi giusto, non ti manderebbe forse Dio il pane per mezzo di un
corvo, come lo mandò ad Elia (1 Re 17, 6)? Non hai forse
letto le parole: Mai ho visto il giusto abbandonato né la sua
discendenza mendicare il pane (Sal 36, 25)? Rispondi al
diavolo: È vero quello che dice la Scrittura: Mai ho visto il
giusto abbandonato né la sua discendenza mendicare il pane; ho
infatti un mio pane che tu non conosci. Quale pane? Ascolta il
Signore: Non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola di Dio
(Mt 4, 4). Non credi che la parola di Dio sia pane? Se non
fosse pane il Verbo di Dio, per cui mezzo sono state fatte tutte le
cose, il Signore non direbbe: Io sono il pane vivo, io che sono
disceso dal cielo (Gv 6, 41). Hai dunque imparato che cosa
devi rispondere al tentatore quando sei colto dai morsi della fame.
E
che dirai se il diavolo ti tenta dicendoti: Se tu fossi cristiano
faresti miracoli come ne fecero, molti antichi cristiani? Ingannato
da questo malvagio suggerimento, ti potrebbe venire la voglia di
tentare il Signore Dio tuo, dicendogli: Se sono cristiano, se lo sono
dinanzi ai tuoi occhi e tu mi annoveri nel numero dei tuoi, concedimi
di fare anch'io qualcuna delle gesta che compirono i tuoi santi. Hai
tentato Dio pensando che non saresti cristiano se non facessi tali
cose. Molti sono caduti proprio per il desiderio di tali gesta
portentose... Ebbene, che cosa devi rispondere per non tentare Dio se
il diavolo ti tentasse dicendoti: Fa' miracoli? Rispondi ciò che
rispose il Signore. Il diavolo gli disse: Gettati giù, perché
sta scritto che egli ha comandato ai suoi angeli di occuparsi di te,
di sollevarti nelle loro mani perché tu non inciampi con il piede
nella pietra (Mt 4, 6). Voleva suggerirgli: Se ti butterai
giù gli angeli ti sosterranno. Poteva certamente accadere, fratelli,
che, se il Signore si fosse buttato nel vuoto, gli angeli devotamente
avrebbero sostenuto la sua carne. Invece egli che cosa rispose? Sta
scritto anche: Non tenterai il Signore Dio tuo (Mt 4, 7).
Tu mi credi un uomo, rispose. Per questo infatti il diavolo gli si
era avvicinato, per provare se fosse o no Figlio di Dio. Egli vedeva
solo la carne, mentre la maestà si palesava attraverso le opere, e
gli angeli gliene avevano reso testimonianza. Il diavolo dunque lo
vedeva mortale e per questo lo tentò; ma la tentazione di Cristo è
stata di grande ammaestramento per il cristiano. Che cosa è dunque
ciò che sta scritto? Non tenterai il Signore Dio tuo! Non
tentiamo perciò il Signore dicendo: Se apparteniamo a te, concedici
di fare miracoli.
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