La
seconda domenica di Quaresima è tradizionalmente “la Domenica
della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor”, ovvero il polo
opposto alla prima, dedicata alla tentazione di Gesù.
Al
centro del Vangelo c'è Gesù con i suoi discepoli più vicini ed
intimi che li conduce su un alto monte, a pregare.
Ciò
che è avvenuto è qualcosa di indicibile, chi lo può descrivere
adeguatamente?
Mentre
Gesù pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne
candida e sfolgorante. (Lc. 9,29)
Il
bianco candido è il colore del mondo celeste, del cielo aperto,
degli angeli della resurrezione e dell'ascensione. Della veste
battesimale e niente sulla terra si avvicina a questo candore.
Nel
mistero della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, la voce del
Padre invita i tre discepoli, estraneati dalla visione, a mettersi in
ascolto di Cristo, a porre il Lui ogni fiducia per farne il centro
della propria vita.
Anche
noi, se vogliamo conseguire la vita eterna, dobbiamo porci in ascolto
del Verbo di Dio con grande disponibilità ad accoglierla nel
silenzio interiore del nostro cuore.
Come
Gesù è salito sul monte Tabor per pregare, per discendere in vista
di un'ascesa su un altro monte che è quello del Golgota,anche noi
dobbiamo scendere dal monte della contemplazione per lavorare,
affaticarci, soffrire e, persino, morire per il Regno.
Anche
in questa domenica di Quaresima ci fa da guida il grande dottore
Vescovo Sant'Agostino con il suo sermone 78,3-6a
DAI "SERMONI"DI SANT’AGOSTINO VESCOVO (Serm. 78, 3-6)
Dio
non ti riserva un proprio dono, ma se stesso
Mentre
la nube li avvolgeva tutti e in certo qual modo facendo per essi una
sola tenda, si fece sentire anche una voce che diceva: Questo è
il Figlio mio prediletto. Erano lì Mosè ed Elia, eppure
discepoli non fu detto: "Questi sono i figli miei diletti".
Una cosa è il Figlio unigenito, un'altra cosa sono i figli adottivi.
Veniva esaltato Colui del quale si gloriavano la Legge e i Profeti.
Questo è il Figlio mio prediletto - è detto - nel quale
mi sono compiaciuto. Ascoltatelo! (Mt 17, 5; Lc 9,
35) Poiché lo avete udito attraverso i Profeti e attraverso la
Legge. E quando non lo avete udito? A quelle parole i discepoli
caddero bocconi a terra. Ci viene già mostrato nella Chiesa il regno
di Dio. Qui c'è il Signore, qui c'è la Legge e i Profeti; ma il
Signore in quanto è il Signore, la Legge invece in quanto
rappresentata da Mosè e la Profezia rappresentata da Elia; ma essi
in quanto servi, in quanto esecutori degli ordini. Essi come
recipienti, egli come sorgente. Mosè ed i Profeti parlavano e
scrivevano, ma da lui proveniva ciò ch'essi proferivano.
Il
fatto che i discepoli caddero bocconi a terra significa
simbolicamente che moriremo, poiché è stato detto alla carne: Terra
sei e nella terra tornerai (Gn 3, 19). Il fatto invece che
il Signore li fece rialzare, simboleggiava la risurrezione. Dopo la
risurrezione a che ti serve la Legge? a che ti serve la profezia?
Ecco perché scompaiono Elia e Mosè. Ti rimane: ln principio era
il Verbo e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,
1). Ti resta che Dio sia tutto in tutti (cf. 1 Cor 15,
28). Vi sarà Mosè ma non vi sarà più la Legge. Vedremo lì anche
Elia, ma non più gli scritti del Profeta. Poiché la Legge e i
Profeti resero testimonianza a Cristo che doveva patire e il terzo
giorno risorgere dai morti ed entrare nella sua gloria (cf. Lc
24, 44-47). Lì si avvererà ciò che ha promesso a coloro che lo
amano: Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò
(Gv 14, 21). E come se gli fosse stato chiesto: "Poiché
tu lo amerai, che cosa gli darai?", risponde: Mi farò
conoscere a lui (Gv 14, 21). Gran dono, grande promessa!
Dio non ti riserva un proprio dono, ma se stesso. Perché mai, avaro,
non ti basta ciò che ti promette Cristo? A te sembra d'esser ricco,
ma se non hai Dio, che cosa hai? Un altro invece è povero ma se
possiede Dio, che cosa non possiede?
Scendi,
Pietro; desideravi riposare sul monte: scendi; predica la parola di
Dio, insisti in ogni occasione opportuna e importuna, rimprovera,
esorta, incoraggia usando tutta la tua pazienza e la tua capacità
d'insegnare (cf. 2 Tim 4, 2). Lavora, affaticati molto,
accetta anche sofferenze e supplizi affinché, mediante il candore e
la bellezza delle buone opere, tu possegga nella carità ciò ch'è
simboleggiato nel candore delle vesti del Signore. Poiché
nell'elogio della carità, letto nella lettera dell'Apostolo, abbiamo
sentito: Non cerca i propri interessi (1 Cor 13, 5).
Non cerca i propri interessi perché dona quel che possiede.
ln un altro passo egli usa un'espressione piuttosto pericolosa
qualora non sia ben intesa. L'Apostolo infatti facendo ai fedeli
membri di Cristo una raccomandazione conforme alla stessa carità,
dice: Nessuno cerchi ciò ch'è proprio, ma quello degli altri (1
Cor 10, 24). L'avaro infatti, al sentire tale precetto, prepara
tranelli per frodare negli affari, ingannare qualcuno e cercare non
quel ch'è proprio ma la roba d'altri. L'avarizia invece reprima
questi desideri e venga avanti la giustizia; ascoltiamo e cerchiamo
di capire quel precetto. Alla carità è detto: Nessuno cerchi ciò
ch'è proprio, ma quello degli altri. Se però tu, o avaro, ti
opponi a questo precetto e piuttosto pretendi ridurre questo precetto
al permesso di bramare l'altrui, prìvati del tuo. Ma siccome io ti
conosco, tu vuoi avere non solo il tuo ma anche l'altrui. Tu compi
frodi per appropriarti dell'altrui; allora lasciati derubare, perché
in tal modo tu possa disfarti del tuo. Tu però non vuoi cercare quel
ch'è tuo ma ti porti via la roba d'altri. Se fai così, non fai
bene. Ascolta, o avaro, ascolta bene. ll precetto: Nessuno cerchi
quel ch'è suo, ma quello ch'è di altri, l'Apostolo te lo spiega
più chiaramente in un altro passo. Di se stesso dice: Non cerco
quel ch'è utile a me personalmente, ma quel ch'è utile a tutti,
affinché tutti si salvino (1 Cor 10, 33). Ciò Pietro non
lo capiva ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo.
Questa felicità Cristo te la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora
invece egli stesso ti dice: "Discendi ad affaticarti sulla
terra, a servire sulla terra, ad essere disprezzato, ad essere
crocifisso sulla terra". È discesa la vita per essere uccisa, è
disceso il pane per sentire la fame, è discesa la via, perché
sentisse la stanchezza nel cammino, è discesa la sorgente per aver
sete, e tu rifiuti di soffrire? Non cercare i tuoi propri interessi.
Devi avere la carità, predicare la verità; allora giungerai
all'eternità, ove troverai la tranquillità.
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