sabato 5 dicembre 2015

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

In questa seconda domenica di Avvento la Chiesa c’invita alla fiducia e all’impegno: alla fiducia, perché Dio promette abbondanza di grazie, promette la venuta del proprio Figlio; all’impegno, perché questa venuta deve essere preparata.

La prima lettura, tratta dal libro di Baruc, è un invito alla fiducia. Predice le meraviglie che Dio vuole realizzare. Gerusalemme è in lutto, perché è stata devastata e i suoi figli sono stati condotti in esilio. Ma il profeta la invita a “deporre la veste di lutto e dell’afflizione” e a “rivestirsi dello splendore della gloria”, perché questo splendore “le viene da Dio per sempre”. Questo splendore è uno splendore spirituale. Dice il profeta: “Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio”. Dio vuole comunicare a Gerusalemme la propria giustizia, la propria santità, la propria perfezione di amore. Perciò bisogna prepararsi a ricevere questi doni del Signore.

Il profeta poi spiega che Dio ha preparato le vie di questo intervento prodigioso che egli sta per attuare e che incoraggia tutto il popolo a confidare nella sua misericordia e generosità.

Nel Vangelo vediamo che le promesse fatte da Dio stanno per compiersi. In che modo? “La parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”.

In forza della Parola di Dio che lo ha consacrato come Precursore, Giovanni si dedica con tutte le forze per sollecitare tutti ad un impegno serio di preparazione all’irruzione di Dio nella storia. Bisogna preparare la via del Signore, raddrizzare i sentieri, riempire i burroni, abbassare monti e colli, rendere diritti i sentieri tortuosi: sono tutte realtà materiali, che però vogliono indicare una preparazione spirituale.

Raddrizzate i suoi sentieri!”. Dobbiamo raddrizzare i nostri sentieri, che poi saranno i sentieri di Dio: Dio infatti ci verrà incontro attraversi i sentieri che noi avremo tracciati. E che cosa vuol dire raddrizzare i nostri sentieri? Vuol dire rendere la nostra condotta più conforme alla volontà di Dio.

Ogni burrone sia riempito”. Quando siamo depressi, sfiduciati, siamo come in un burrone, siamo senza speranza. Allora dobbiamo riempire questo burrone, mettendoci in un atteggiamento di attesa fiduciosa. Il Signore sta per venire: non dobbiamo mancare di fiducia.

Ogni monte e ogni colle sia abbassato”. Qui si tratta di assumere un atteggiamento di sincera umiltà, di allontanare da noi l’orgoglio, ogni forma di autosufficienza. Noi dipendiamo sempre dalla bontà del Signore; perciò non dobbiamo avere atteggiamenti di orgoglio e di superbia.

Dunque la predicazione del Battista c’invita a fare un serio esame di coscienza al fine di rimuovere dalla strada della nostra vita quanto può impedire al Signore di venirci incontro per stringerci nell’abbraccio della sua misericordia.

       Don Piero De Santis

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