domenica 17 aprile 2016

GRADINI DI SANTITA'

Ogni anno la IV Domenica di Pasqua è dedicata alla figura del Bel Pastore e nel contempo si parla anche delle sua pecore.
Nel brano evangelico Gesù si definisce anche “porta dell'ovile”, che è la porta della Speranza, capace di donare all'uomo in bene assoluto, la salvezza.
Se Gesù si definisce “Bel Pastore” vuol dire che le sue pecore devono attuare e concretizzare tre verbi molto importanti se si vuole appartenere al suo gregge: ascoltare la voce, percepire di essere amato e, infine, seguirlo.
Quest'esperienza il cristiano la vive in ogni celebrazione eucaristica; rinnova la sua sequela sostenuto dl pane di vita eterna.
Per questa Domenica abbiamo scelto una preghiera composta da un grande teologo, apologeta, scrittore cristiano del II secolo e Padre della Chiesa: San Clemente Alessandrino.
I principali suoi scritti sono: il Protreptico, il Pedagogo, da cui abbiamo tratto questa preghiera, gli Stromata, tre libri che messi insieme formano un trittico e costituiscono il primo trattato di teologia cristiana.
Insegnò per moltissimi anni in Alessandria ed ebbe tra i suoi discepoli Origene e Alessandro: questi divenne Vescovo di Gerusalemme, ove aprì una scuola e fondò un'importante biblioteca.
Fu dunque uomo di vasta cultura e dottrina, ma anche di grande serietà e di integerrimi costumi.

""" Noi che siamo ammalati, abbiamo bisogno del Salva-smarriti, abbiamo bisogno della sua guida; ciechi, fili lui che ci porti alla luce; assetati, abbiamo bisogno della fonte di vita, dalla quale chi beve non ha più sete; «orti, abbiamo bisogno della vita; pecore, del pastore; Bambini, del pedagogo; insomma, tutta la nostra natura umana ha bisogno di Gesù. Se si vuole, si può apprendere la somma sapienza che c'insegna il santissimo pastore e maestro, l'onnipotente Verbo del Padre, quando servendosi dell'allegoria si proclama pastore delle pecore (…) Sì o Signore, nutrici con i pascoli della tua giustizia. O maestro, pasci le tue pecore sul tuo santo monte: la Chiesa, che sta in alto, supera le nubi, tocca i cieli.
Egli vuol salvare la mia carne rivestendomi della tunica dell'incorruzione, perciò ha consacrato il mio corpo. Non cadremo nella corruzione, perché siamo riportati all'incorruzione da lui stesso che ci tiene per mano, mostra così di essere lui solo il buon pastore. Generoso e magnifico è colui che giunge al punto di dare la sua vita per noi. Veramente a servizio degli uomini e pieno di bontà, egli che, potendo essere il Signore dell'uomo volle essere suo fratello. Buono fino al punto di morire per noi. """

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