martedì 15 marzo 2016

Maria canta la misericordia di Dio

L'Antico Testamento si sofferma spesso sulla misericordia di Dio al punto tale che secondo alcuni studiosi tutto il messaggio della Torah può essere riassunto nel ritornello che le folle dei pellegrini israeliti recitavano a voce alta sui gradini del tempio, «Eterna è la sua misericordia», proclamando o cantando il Salmo 136. Noto come «Grande Hallel», questo salmo accompagnava la liturgia pasquale.
Nel canto del Magnificat si ha quasi l'impressione che Maria si introduca tra i cori che cantano la misericordia di Dìo, proclamando: «Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Luca 1,50), per poi sottolineare che Dio «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri» (1,54). Quello che caratterizza il cantico di Maria è il fatto che, sulle sue labbra, la misericordia non è solo un "attributo" da cantare, ma anche e soprattutto una scuola dove apprendere la logica "rovesciata" e "destabilizzante" di Dio che non segue per nulla i criteri umani.
Maria sperimenta tutto questo sulla propria pelle e ne trova piena conferma in Elisabetta e in Zaccaria, che incontra nel bel mezzo di una gravidanza inattesa e umanamente precaria: la sterilità diventa un terreno abitato da Dio e la disponibilità dì quell'«eccomi, sono la serva del Signore» è ormai il trono su cui siede il re del mondo.
 
Tratto da "CREDERE", rivista ufficiale del Giubileo

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