mercoledì 16 marzo 2016

Maria mette in movimento la Misericordia

Ciò che Maria sperimenta su di sé, presto viene donato all'umanità. L'episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2,1-12) ne è un esempio mirabile. In quell'acqua usata per la purificazione rituale, trasformata da Gesù in vino, c'è il simbolo della trasformazione che in noi viene operata dalla misericordia di Dio. E chi mette in moto tutto è lei, la Madre della misericordia.
Commentando il testo, Carlo Maria Martini fa notare che la misericordia della Madre si traduce nella capacità di avere uno sguardo d'insieme che abbraccia il tutto e le sue parti, che vede ogni cosa senza trascurare i particolari: «Nel racconto tutti hanno qualcosa da fare: chi nella cucina, chi al servizio, chi agli strumenti musicali. Soltanto Maria vede l'insieme, ha il colpo d'occhio e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa dì essenziale sta mancando». Maria ha il colpo d'occhio che oltre a vedere l'insieme sa cogliere gli effetti che la situazione può provocare sui singoli presenti: sugli sposi, gettandoli in discredito; sugli ospiti, trasformando un giorno di festa in un momento di grande imbarazzo; sul maestro di tavola, svergognandolo pubblicamente per non essere stato in grado di preparare adeguatamente il tutto. Di fronte a ciò, Maria avrebbe potuto far presente la cosa privatamente agli sposi, mormorare contro chi aveva organizzato il tutto, allontanarsi prima che l'imbarazzo prendesse piede. Invece no. Maria agisce e si assume una responsabilità che in fondo non è sua. Supplisce, interviene, fa propria la situazione di mancanza e di disagio vissuta dagli sposi tanto da meritare quasi un rimprovero di Gesù.
In questo sta la misericordia: avere uno sguardo capace di vedere e di ascoltare, di provare compassione e di mettere in movimento una proposta di bene. Con il suo modo di reagire, Maria non fa solo fronte alla situazione concreta, ma fa scattare l'ora di Dio nella storia: lei diventa la vera "maestra di tavola" che imbandisce il banchetto a cui tutti siamo invitati, banchetto nel quale Dio abbraccia l'umanità sua sposa, assicurando il vino della grazia e il pane della vita.
 
Tratto da "CREDERE", rivista ufficiale del Giubileo

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