sabato 6 febbraio 2016

GRADINI DI SANTITA'

La Liturgia della Parola in questo giorno del Signore è all’insegna delle chiamate: da Isaia a Paolo, da Pietro agli Apostoli. La chiamata di Dio non è esclusiva di alcuni (preti, religiosi o religiose) ma è rivolta a tutti i battezzati perché la radice di ogni autentica attività ecclesiale è quella di “pescare uomini” nel grande mare del mondo.

Dobbiamo essere grati al Signore perché nella Sua generosità ci fa diventare le sua mani con cui continuare ad operare nel mondo di oggi.

In questa domenica proponiamo la testimonianza di una persona speciale, innamorata di Dio, che ha fatto della propria vita un servizio agli altri, dedito alla carità attiva che non si arresta di fronte alle sofferenze, che non predica che bisogna fare il bene ma lo fa in ogni momento della sua azione quotidiana,: Ernesto Olivero.

Tra le sua tante pubblicazioni, abbiamo scelto un brano pubblicato nel 1993: “Amare con il cuore di Dio”.



L'incontro con Dio mi fa intravedere continuamente nuovi spazi d'amore e non mi fa minimamente pensare d'aver fatto abbastanza, perché l'amore mi spinge e mi fa entrare nell’eco-logia di Dio dove la sofferenza del mondo diventa la mia bisaccia da pellegrino. In questa bisaccia c'è un desiderio continuo: «Signore, se vuoi manda me. Eccomi, sono pronto a liberare il fratello, a sfamarlo, a soccorrerlo. Se vuoi, manda me».

In un mondo così poco umano, dove la gente piange per guerre, per fame, l'incontro con Dio ti trasforma, ti fa avere stampate sul volto le sfumature di Dio, ti fa avere sul volto l'amore incontrato, insieme a un po' dì tristezza per non vedere questo amore realizzato, io il Signore l'ho incontrato, ma ho incontrato anche le nostre miserie e, davanti alle più grandi ingiustizie - e molte le ho viste in diretta -, non ho mai potuto e voluto dire: «Dio, non sei Padre«. Ho solo dovuto dire giustamente: «Uomo, uomo, non sei fratello». E ho ripromesso al mio cuore il desiderio di diventare io più fraterno, io più uomo di Dio, io più santo, per far dilagare di più l'amore concreto che ci porta a soccorrere gli affamati, i violentati, quelli che non conoscono nemmeno più i loro diritti, quelli che non si domandano più da dove vengono e dove sono diretti.

Bisogna vivere la quotidianità dell'incontro con Lui, cambiando noi stessi. Ho visto realizzarsi molti sogni insperati, ma l'avvenimento più straordinario che mi colpisce ancora è iniziato quando ragazzi, giovani, persone di tutte le età mi hanno scelto come padre, come consigliere, come capo cordata. Questo proprio non me lo aspettavo, e ogni volta che un'anima, un cuore, si affida al mio consiglio, dentro di me cado in ginocchio e mi ripeto: «Chi sono io, chi sono io per essere degno di guidare persone più buone di me? No, io non ne sono degno, ma, Signore, sulla tua parola "diventerò rete" anch'io per la tua pesca miracolosa» (E. OLIVERO, Amare con il cuore di Dio, Torino 1993, 7-9).

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